Nei suoi lavori vede l’opportunità di esplorare la sua sessualità all’interno di una comunità solidale costruita sull’empatia condivisa dai suoi membri che le consente di riconciliare non solo la propria omosessualità in relazione alla sua carriera, ma anche approfondire la natura multiforme del desiderio e di come questo sia collegato alla nozione di identità.
Le sue immagini documentano e danno voce ai fenomeni sociali nell’America di oggi, soffermandosi sugli atteggiamenti e le relazioni delle persone con se stesse e con l’altrui, e il modo in cui occupano il paesaggio.
Molte delle sue opere catturano l’espressione dell’identità individuale attraverso gruppi (coppie, squadre, folle) che trapelano la sua personale esplorazione sotterranea nei confronti dei soggetti ritratti.
Ha ricevuto molti prestigiosi premi. Le sue opere sono state ospitate in importanti mostre in tutti gli Stati Uniti: Boston, Los Angeles, al Guggenheim di New York, Chicago, Minneapolis…
Catherine Opie ha trascorso più di tre decenni a esplorare l’identità attraverso soggetti queer, paesaggi urbani e naturali, comunità temporanee, politica e critica iconografica.
È un’artista ancora molto poco conosciuta in Italia che ha spesso scandalizzato con le sue immagini crude, col suo corpo politicamente ‘sgraziato’ e dissidente che usa come strumento per denunciare il suo dissenso e critica alla società contemporanea.
Affronta argomenti di grande attualità che vanno dai pregiudizi contro le minoranze alla rinascita della supremazia bianca; dalle leggi sulle armi al patriottismo estremo; dalla crisi ambientale all’impatto dello sviluppo industriale. Lo fa con una grande dose di umorismo e di elementi surreali. Descrive ironicamente come la natura va avanti per i fatti suoi mentre l’umanità è persa in lotte intestine.
Pone grande interesse per il ruolo che gli stereotipi giocano nella costruzione dell’identità personale perché è il modo in cui si formano i giudizi.
Catherine Opie è un’artista molto interessante che osa, si mette in prima linea nella sua ricerca, non si nasconde e, pur essendo spesso molto criticata, va avanti per la sua esplorazione.
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