È importante fissare su carta dei punti fermi e lanciare dei sassolini o essere un piccolo fastidio per qualcuno.
Mi hanno chiamata in tanti modi diversi e sono sempre stata sospettata di avere una condotta opinabile.
Da adolescente mi sono sentita dare anche della lesbica, necrofila, tossica, ritardata, toporagno, punkabbestia, disagiata, puttana, stronza.
Molti proiettano sulle donne le proprie paure, le frustrazioni, mentre queste stanno per i fatti loro e devono capire come arrangiarsi e galleggiare sulla schiuma del patriarcato che copre ogni cosa.
Non so se da solo un libro possa aiutare a sensibilizzare le persone su varie questioni e condizioni quando siamo costantemente bombardati da governi che vogliono lasciarci indietro e riportarci al passato invece di aprirsi e capire che la società è cambiata.
Come può un libro far comprendere l’importanza di tanti diritti che gli attuali politici italiani vogliono toglierci?
Ci vuole un lavoro organico e collaborativo, i libri possono essere sicuramente degli strumenti utili, ma che devono stare dentro a una visione più ampia e lungimirante della vita.
Cristina Portolano – fumettista