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Luciana Castellina

Luciana Castellina

La libertà individuale non si salva e diventa oppressione se non è di tutti.

Luciana Castellina è una giornalista e scrittrice italiana, parlamentare comunista, più volte eurodeputata e autrice di numerose pubblicazioni.

Nata a Roma il 9 agosto 1929 da padre milanese, sua madre era un’ebrea triestina. Pur abitando ai Parioli, quartiere borghese della capitale, subì ben presto la fascinazione per il comunismo.

Avevo diciotto anni quando sono diventata comunista. Era finita la guerra, ho scoperto come era fatto il mondo e scoprendolo una si rendeva conto che bisognava assolutamente cambiarlo.

Laureata in legge alla Sapienza, nel 1947 si è iscritta al PCI e partecipato al primo Festival della Gioventù a Praga. Il primo giornale a cui ha collaborato, diventandone direttrice, è stato Nuova Generazione.

Dopo una breve collaborazione con Il Paese, nel 1963, ha lavorato presso la sezione femminile del PCI diretta da Nilde Iotti. Attiva nell’UDI, Unione Donne Italiane,  è stata più volte arrestata durante manifestazioni di protesta come il 14 luglio del 1948 contro l’attentato a Palmiro Togliatti, poi ancora nel 1950 e nel 1956.

Nel 1963 in occasione di una manifestazione degli edili romani (infiltrata da Gladio, la rete segreta della NATO organizzata dalla CIA) rimase in carcere per quasi due mesi. Durante il colpo di stato dei colonnelli nel 1967 a Atene venne arrestata e espulsa dalla Grecia. 

A seguito dei suoi articoli sulla Primavera di Praga venne radiata dal PCI nel 1969 assieme al nucleo fondatore de Il manifesto, giornale e gruppo politico che nel 1974 diede vita al Partito di Unità Proletaria per il Comunismo.

Più volte eletta, dal 1975 è stata nel consiglio della regione Lazio, consiglio comunale di Roma, Camera dei Deputati e al Parlamento Europeo per il quale optò dopo pochi mesi.

Nel 1984, il partito rientrò nel PCI e Luciana Castellina era nella direzione. Rieletta nel Parlamento Europeo nel 1989, divenne vicepresidente della Delegazione permanente per l’America centrale e del Sud. Nel 1992 è entrata nel partito di Rifondazione Comunista e divenne direttrice del settimanale Liberazione.

Nel 1996, dopo aver ricoperto varie cariche nazionali e europee, ha lasciato Rifondazione Comunista per dissensi con la linea del segretario Fausto Bertinotti.

Fra il 1980 e il 1984 ha diretto, assieme a Claudio Napoleoni e Stefano Rodotà, il settimanale Pace e Guerra. Negli anni ottanta è stata anche vicepresidente della Lega per i diritti dei popoli e coordinatrice del movimento pacifista europeo, attivo fino al 1991. Dal 1999 al 2003 è stata presidente di Italia cinema, Agenzia per la promozione del cinema italiano all’estero. È stata presidente onoraria di Cineuropa, quotidiano online del cinema europeo. Fa parte del Comitato di consulenza e rappresentanza del periodico Diari di Cineclub.

Fino al 2010 ha insegnato all’Università di Pisa.

Nel 2014 è stata eletta presidente onoraria dell’ARCI.

Ha ricevuto la nomina di commendatrice della Repubblica Argentina.

Tanti sono stati i libri scritti, soprattutto politici, che negli ultimi anni hanno assunto una prospettiva più intima e personale.

È del 2011 La scoperta del mondo, il suo diario dai quattordici ai diciotto anni, che racconta la sua adolescenza e la sua iniziazione politica, finalista al Premio Strega. Da ricordare anche Siberiana del 2012, diario di viaggio che intreccia “memorie di cose viste, lette e pensate durante la sua lunga esperienza politica e culturale“.

Nel 2015 è entrata a far parte della presidenza nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. Alle elezioni regionali dello stesso anno è stata eletta componente del Comitato nazionale de L’Altra Europa con Tsipras. Dal 2017 è nella direzione nazionale di Sinistra Italiana.

Nel 2020, a seguito del conferimento della Legion d’Onore al presidente egiziano Al-Sisi, Luciana Castellina ha dichiarato di voler restituire la propria decorazione di ufficiale delle arti e delle lettere della Repubblica Francese. 

L’unica rivoluzione vincente è quella delle donne, bisognerebbe parlare solo di loro visto che sono quelle che hanno avuto più fantasia e innovazione nel partito politico. Sono protagoniste di cambiamento. Le molestie sono sempre successe, non c’è dubbio, ed è quindi un gran bene che le donne abbiano preso la parola per difendersi. C’è un rischio solo: che si riduca alle donne contro gli uomini che molestano, mentre invece è tutto il sistema che molesta le donne.

#unadonnalgiorno

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