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Lea Melandri, figura fondamentale del femminismo italiano

Lea Melandri, figura tra le più significative e autorevoli del femminismo italiano.

Ho scritto per essere raggiunta ma anche per marcare una distanza, per aprire un varco alla memoria e per consolarmi di averla perduta, per segnalare il bisogno d’amore e per ritenermi paga di averlo trovato per altra via.

Lea Melandri, figura importantissima del femminismo italiano, scrittrice, giornalista, formatrice e attivista, dagli anni ’70, fa sentire forte e decisa la sua voce nelle questioni di genere.

Rappresenta un grande punto di riferimento per il movimento delle donne.

È nata il 4 marzo 1941 a Fusignano, paese della campagna romagnola, in una numerosa e modesta famiglia di contadini che condividevano poche stanze di una cascina senza servizi igienici e senza riscaldamento.

La sua carriera scolastica è stata molto brillante, una giovane donna avida di conoscenza, dotata di notevole intelligenza e spiccata personalità.

Ha frequentato il Liceo Classico di Lugo pedalando ogni giorno per gli otto chilometri del tragitto tra casa e scuola, esperienza che porterà per sempre nella memoria.

Conseguita la maturità col massimo dei voti, vince il concorso per la Scuola Normale di Pisa. Ma, superato il biennio, decide di abbandonarla.

Torna al suo paese e inizia a insegnare nel suo vecchio liceo. Si laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Bologna con una tesi di storia moderna.

Ha scritto molti libri, saggi, articoli e fondato riviste. Le è stato dedicato anche uno spettacolo teatrale.

Fondamentale è stata la sua rilettura della figura e dell’opera di Sibilla Aleramo, contenuta nel suo libro Come nasce il sogno d’amore.

Nel 1966 è insegnante di ruolo al Liceo Scientifico, quando fugge improvvisamente a Milano lasciandosi la vecchia vita alle spalle, compreso un matrimonio che verrà annullato solo molti anni dopo.

Una scelta di libertà che sarà determinante nella sua vita.

Il suo incontro con Elvio Fachinelli, psicoanalista e leader della pratica non autoritaria nella scuola, sarà determinante per la sua vita e il suo impegno politico.

Insieme fondano la rivista L’erba voglio (1971-1977), che avrà grande impatto sul mondo della scuola italiana.

Negli stessi anni, comincia a far parte attiva dei gruppi femministi milanesi.

Testimonianza di quel periodo sono gli scritti che escono sulla rivista e che verranno raccolti nel suo primo libro, L’infamia originaria, manifesto del femminismo italiano.

Gli anni Settanta e il grande cambiamento personale e collettivo che hanno determinato nella sua vita e in quella di tante altre, resta un tema ricorrente, nel lavoro teorico e pratico di Lea Melandri.

Nel quartiere milanese Affori Bovisasca, ha insegnato a gruppi di donne tornate a scuola dopo averla abbandonata. Questo felice incontro le permette di ritrovare figure familiari, storie di donne simili a quelle della sua infanzia e di ripensare le teorie del femminismo sulla base dei loro vissuti concreti.

Un’esperienza importante per la storia del movimento delle donne di Milano, il primo esempio di una “scuola delle donne” che sarà imitato in molte differenti esperienze: corsi monografici, bienni sperimentali, cooperative, fino alla nascita, nel 1987, dell’Associazione per una Libera Università delle donne di Milano.

Nel 1975, grazie a un incontro a cui partecipa all’Università di Cagliari, Lea Melandri scopre Carloforte, dove si terrà, nell’estate dello stesso anno, la prima vacanza femminista in Italia, e dove tornerà ogni anno, tanto che, nel 2009, le viene conferita la cittadinanza onoraria.

Nel 1986, lascia definitivamente l’insegnamento per dedicarsi interamente al suo impegno nel movimento delle donne, alla scrittura e ai suoi studi.

Grande e intenso il suo apporto al femminismo: dai gruppi di autocoscienza ai gruppi di pratica dell’inconscio, al gruppo “sessualità e scrittura”, per arrivare alla creazione e direzione della rivista Lapis. Percorsi della riflessione femminile (1987-1997).

Innumerevoli sono le sue collaborazioni occasionali a quotidiani e riviste, così come le conferenze e i seminari a cui partecipa in varie città d’Italia.

Dal 2011 è la presidente della Libera Università delle Donne di Milano.

Nel novembre 2012 le è stato conferito l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano, con la seguente motivazione:

tra le maggiori teoriche italiane del femminismo: ha contribuito a fare della nostra città uno dei centri internazionali del pensiero sulle donne, animando il dibattito con scritti, incontri, iniziative culturali, civili, politiche“.

Tiene, ancora oggi, corsi in tutta la penisola sulla scrittura di esperienza che interroga il pensiero, il suo radicamento nella memoria del corpo, nelle sedimentazioni profonde che hanno dato forma inconsapevole al nostro sentire.

Questa esperienza di scrittura che vuole spingersi “ai confini del corpo”, in prossimità delle zone più nascoste alla coscienza, si affida a frammenti, schegge di pensiero, emozioni, che compaiono proprio quando si opera una dispersione del senso.

L’esperienza della “narrazione di sé” proviene dall’autocoscienza, la pratica politica originale del femminismo. Una rilettura della storia personale fatta di andirivieni, sogno e lucidità di analisi, sostenuta o contraddetta dall’attenzione di altre donne, un guardare e essere guardate nei risvolti più profondi, spesso inconsapevoli, di una “rappresentazione del mondo aprioristicamente ammessa” (Sibilla Aleramo).

La finalità della scrittura di esperienza è imparare la lingua ibrida del mondo interno, sfatarlo dei suoi miti, scoraggiarne il silenzio, riconoscere i “tesori di cultura” che nasconde, dare un nome alle cose che non siamo state ancora capaci di nominare.

La sua esperienza e le sue parole, che ritroviamo in approfondimenti e articoli per varie riviste, ci regalano sempre un punto di vista molto stimolante e una riflessione pregnante sulla condizione e sullo stare al mondo delle donne di ieri e di oggi.

Costantemente sulla notizia, bramosa di conoscenza, trova sempre le parole giuste per spiegare le cose, apportando contenuti preziosi alla narrazione culturale e sociale del nostro paese.

Una donna preziosa per le donne e gli uomini tutti, questa è Lea Melandri.

#unadonnalgiorno

Nella redazione di questo omaggio a Lea Melandri, per la parte biografica è stata tratta grande ispirazione dall’articolo di Annamaria Tagliavini su Enciclopedia delle donne.

http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/lea-melandri/

 

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