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Azar Nafisi

Azar Nafisi scrittrice iraniana

Bisogna comunque osservare che la Repubblica islamica dell’Iran, come qualsiasi altro regime totalitario, alla fine, cerca sempre di confiscare l’identità delle persone. Essendo una donna le pressioni nei miei confronti sono state ancora più forti. L’attuale lotta in corso è proprio quella di riappropriarsi della propria identità, a livello individuale e nazionale. 

Azar Nafisi, scrittrice e accademica iraniana che vive negli Stati Uniti.

Il suo libro più celebre è il bestseller Leggere Lolita a Teheran, tradotto in 32 lingue.

Insegna letteratura inglese all’Università di Washington dove dirige il Dialogue Project e collabora con il Foreign Policy Institute.

Nata a Teheran nel 1955 è figlia di Ahmad Nafisi, ex sindaco della capitale, e di Nezhat Nafisi, prima donna eletta al parlamento iraniano. Ha studiato in Inghilterra e si è laureata in letteratura inglese e americana all’Università dell’Oklahoma.

Tornata in Iran nel 1979, insegnava all’Università di Teheran prima di venire espulsa per non aver rispettato le norme vigenti sull’abbigliamento.

Testimone della rivoluzione islamica e della presa di potere dell’ayatollah Khomeini, è stata una fervente oppositrice del regime.

Il suo impegno le è costato la cattedra universitaria, ma non si è scoraggiata e ha organizzato clandestinamente, a casa sua, un seminario per sette delle sue allieve più brillanti, per leggere, analizzare e discutere alcuni dei più importanti capolavori della cultura occidentale e infrangere le regole di un regime censorio. Un seminario diventato il loro rifugio, un universo autonomo, in cui le studentesse hanno attraversato la Rivoluzione sotto il velo un intreccio di contraddizioni, la rivendicazione dell’identità culturale e nazionale della propria gente, voglia di Occidente ma rifiuto di appiattimento in esso.

Da questa importante esperienza è nato il libro Leggere Lolita a Teheran scritto in lingua inglese dopo essersi trasferita negli Stati Uniti, nel 1997.

Nel 2008 ha pubblicato Le cose che non ho detto, altro libro autobiografico che racconta della sua famiglia e del complicato rapporto dei suoi genitori. Suo padre tradiva sua madre, che si rifugiava in un mondo fantastico per rendere sopportabile il quotidiano che la umiliava. Mentre lui scriveva libri di memorie e innumerevoli diari, la madre le raccontava le storie del passato da cui ha attinto a piene mani per scrivere il libro, partendo dalla nascita di sua nonna per arrivare a quella di sua figlia, sullo sfondo di un Iran segnato dalle due Rivoluzioni, dai conflitti e da uno stato di perenne turbolenza e palpabile oppressione.

Nel 2014 è stato pubblicato il saggio La Repubblica dell’immaginazione in cui i ricordi autobiografici si intrecciano con l’interpretazione di tre opere letterarie: Huckleberry FinnBabbit e Il cuore è un cacciatore solitario.

Il suo ultimo libro uscito in Italia è Quell’altro mondo in cui racconta come ci si sente esiliati in patria e prigionieri di un regime totalitario ostile oltre al legame con l’amato Nabokov.

Negli Usa è recentemente uscito Read Dangerously: The Subversive Power of Literature in Troubled Times.

Azar Nafisi ha peregrinato per il mondo con una valigia piena di libri come suo bagaglio.

Strenua sostenitrice del ruolo sovversivo della letteratura per scardinare i regimi totalitari, porta la sua voce e il suo contributo in tutto il mondo.

Esistono spazi culturali che non appartengono a nessuna parte politica, c’è nei libri un linguaggio comune e universale che sfida i confini e le frontiere.

 

#unadonnalgiorno

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