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Toni Morrison, amatissima

Toni Morrison

Liberarsi era una cosa, rivendicare la proprietà di quell’io liberato, un’altra. Arrivare in un posto dove uno poteva amare tutto quello che voleva – senza dover chiedere il permesso di desiderarla – be’, ecco, quella sì che era libertà.

Col tempo, ogni traccia scompare, e ciò che è dimenticato non sono solo le impronte ma anche l’acqua e quello che c’è in essa. Il resto è atmosfera.

Toni Morrison, è stata la prima scrittrice afroamericana a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1993.

Enorme e prezioso è stato il suo contribuito nel riscrivere e diffondere la storia della gente nera, dando voce in particolare alle donne, protagoniste silenziose di secoli di oppressione.

Insignita, nel 2012, da Barack Obama, della Presidential Medal of Freedom, il più alto riconoscimento civile negli Stati Uniti, ha smascherato banalità e luoghi comuni sulla razza e il razzismo e ci ha mostrato quanto fosse necessario tornare a occuparsene.

Entrati nella storia della letteratura statunitense, i suoi romanzi esplorano la paura dell’altro, la questione dei confini, dei movimenti di massa delle popolazioni.

Molte delle sue storie si ispirano a racconti della tradizione orale o a fatti di cronaca.

Come il suo capolavoro del 1987 Amatissima, un invito a non dimenticare, che le valse il Premio Pulitzer.

Un romanzo duro e doloroso che ha tratto spunto da un fatto realmente accaduto. È la storia di una schiava, fuggita da una piantagione di cotone, che uccide la figlia quando sta per essere catturata per non farle subire ciò che ella stessa ha patito.

Originaria di Lorain, in Ohio, Toni Morrison nacque col nome di Chloe Ardelia Wofford il 18 febbraio 1931, in una famiglia operaia. I suoi genitori erano arrivati dall’Alabama per sfuggire al razzismo.

Docente di letteratura inglese e scrittura creativa in diverse università e, per molti anni, editor della casa editrice Random House di New York, è stata, nel 1974, l’editor dell’autobiografia di Angela Davis.

Nel suo ultimo libro uscito in Italia nel 2016, L’origine degli altri Toni Morrison spiegava: “mi interessava la rappresentazione dei neri attraverso la cultura piuttosto che attraverso il colore della pelle“.

Il volume raccoglie un ciclo di conferenze a Harvard nel 2018, un lungo viaggio che è anche un autoritratto.

Si interroga su che cosa è la razza, perché le diamo tanta importanza, su che cosa spinge gli esseri umani a costruire “un altro” da cui differenziarsi, su perché il colore della pelle abbia avuto nella storia un peso così negativo. 

Nella narrativa aveva esordito, nel 1970, con ‘L’occhio più azzurro‘, in cui ha raccontato il desiderio di una bambina nera di assomigliare ai bianchi.

Poetica e visionaria, ma anche molto lucida nella sua visione della realtà, Toni Morrison era convinta che le donne debbano essere forti e andare contro le regole, soprattutto in una società patriarcale.

Una scrittrice guerriera, che non si è fermata neppure quando un problema all’anca l’aveva costretta alla sedia a rotelle.

Ha lasciato il mondo il 5 agosto 2019.

Nelle opere di Toni Morrison ritornano con insistenza alcuni temi fondamentali: il valore della memoria, l’importanza della comunità, la forza femminile; dai suoi testi emerge chiaramente la volontà di dire il mondo dal suo punto di vista di donna nera in opposizione alla cultura dominante bianca e al potere maschile che è ovunque.

 

#unadonnalgiorno

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