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Lydia Cacho

Lydia Cacho giornalista messicana

Lydia Cacho è una giornalista, scrittrice e attivista messicana che da anni si batte per i diritti delle donne e dell’infanzia. In esilio perché ha subito vari attentati alla sua vita, collabora con molte riviste internazionali.

Dal 2000 lavora come consulente specializzata in materia di diritti umani e la salute delle donne per l’Agenzia delle Nazioni Unite per le Donne (UNIFEM).

È consulente per le tematiche di genere e l’educazione civica dell’Università dei Caraibi e Portavoce del Consiglio Statale per la Legge per la prevenzione e il trattamento della violenza domestica.

Ha fondato la scuola di occupazioni non tradizionali per le donne e la scuola modello di pace messicana.

Ha diretto la Campagna “Io NON sono in vendita” per l’educazione e la prevenzione del traffico sessuale.

Nata a Città del Messico il 12 aprile 1963, ha iniziato la sua carriera sulle colonne del Novedades de Cancùn, nella pagina culturale, ma presto ha rivolto la sua attenzione ai problemi sociali del Paese cominciando dalla prostituzione.

Dal 1986 si è trasferita a vivere a Cancun dove ha continuato la sua inarrestabile attività, aperto un centro di accoglienza per donne e bambini vittime di abusi sessuali e continuato, attraverso l’uso dei media,  a tenere alta l’attenzione sulle rivendicazioni dei diritti umani.

Nel 2003 ha documentato, per il giornale Por Esto, su abusi sessuali perpetrati nei confronti di minori nella città di Cancun.

Nel suo libro Los demonios del Edén, del 2005, ha accusato importanti personalità messicane di essere coinvolte in un giro di pornografia infantile, con dichiarazioni delle vittime e di prove filmate con videocamera nascosta. Questo ha provocato gravi ritorsioni, ha ricevuto minacce di morte ed è sequestrata e incarcerata illegalmente dalla polizia messicana.

Successivamente sono state rivelate intercettazioni telefoniche che provavano che c’erano stati accordi col Governatore di Puebla per farla arrestare e malmenare allo scopo di intimidirla.

Dal 2006 si è impegnata in prima persona nelle indagini e nella soluzione dei numerosi femminicidi irrisolti a Ciudad Juàrez.

Le rappresaglie di ricchi pedofili e politici corrotti non sono cessate e nel maggio 2007 la sua auto è stata sabotata e ha rischiato la morte, nonostante fosse sotto protezione da due anni.

Per sostenerla venne lanciata una campagna a cui hanno aderito 2000 artisti di tutto il mondo, tra cui il regista Alejandro Gonzales Inarritu e l’attore Gael Garcia Bernal, Milos Forman, Sean Penn, Debra Winger, Demi Moore, Susan Sarandon e Bridget Fonda.

Il 29 novembre 2007 la Corte Suprema del Messico ha sentenziato che il suo arresto era stato ingiustificato e l’United Nations Human Rights Council le ha consigliato di lasciare il paese per la sua incolumità ed è andata in esilio volontario per proteggersi.

Nello stesso anno, è stata la prima cittadina messicana della storia a ricevere il Ginetta Sagan Award for Women and Children’s Rights da Amnesty International. Nel 2008 ha ricevuto l’UNESCO/Guillermo Cano World Press Freedom Prize.

Lydia Cacho è una leader indiscussa e esperta nello sviluppo e realizzazione di progetti e strumenti sociali rivolti a donne che hanno subito violenza domestica e sessuale.

Una fonte di ispirazione per tutte le persone che provano a cambiare le leggi e creare organizzazioni civili in difesa dell’infanzia.

 

#unadonnalgiorno

 

 

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