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Anna Magnani

Anna Magnani la più grande attrice italiana

Anna Magnani, attrice simbolo del cinema italiano, interprete inarrivabile, antidiva per eccellenza, importante protagonista del neorealismo italiano.

È stata una delle maggiori interpreti femminili della storia. Celebri le sue interpretazioni in film come Roma città aperta, Bellissima, Mamma Roma e La rosa tatuata che le valse, nel 1956, un Oscar alla Miglior Attrice Protagonista (prima attrice non di lingua inglese a ricevere il premio).

Aveva una carica umana inarrivabile e passionale che sfociava in sanguigne manifestazioni di rabbia o di affetto, è stata una donna profondamente tormentata.

Nata a Roma il 7 marzo 1908, figlia di Marina Magnani, non ha mai conosciuto suo padre. Poco dopo la sua nascita sua madre si trasferisce ad Alessandria d’Egitto, per questo si diceva fosse nata lì da padre egiziano, ella stessa alimentò questa voce. Viene cresciuta dalla nonna materna in condizioni di estrema povertà. Frequenta il liceo senza terminarlo e studia pianoforte. Comincia molto presto a cantare nei cabaret e nei night-club romani e contemporaneamente studia all’Accademia d’Arte Drammatica.

Nel 1929 entra a far parte della compagnia teatrale diretta da Dario Niccodemi, prima di passare con grande successo alla rivista, nel 1934. Nello stesso anno esordisce nel cinema con una piccola parte in “La cieca di Sorrento” di Nunzio Malasomma.

Nel 1935 sposa il regista Goffredo Alessandrini col quale recita in “Cavalleria” nel 1936. Nel 1941 fa teatro di rivista con Totò e nello stesso tempo De Sica in “Teresa Venerdì” farà emergere le sue capacità comico-satiriche.

Nel 1942 lascia il marito perché si innamora dell’attore Massimo Serato dal quale avrà il figlio Luca, che resterà segnato dagli esiti della poliomielite presa a pochi mesi di vita.

Raggiunge la fama mondiale nel 1945 e vince il suo primo Nastro d’argento con l’interpretazione nel film manifesto del Neorealismo, Roma città aperta di Roberto Rossellini, con il quale avrà un’intensa storia d’amore. Nel film Anna Magnani è protagonista di una delle sequenze più celebri della storia del cinema: la corsa dietro un camion tedesco, nel quale è rinchiuso il marito, al termine della quale il suo personaggio, la ‘Sora Pina‘, viene ucciso dai colpi dei mitra tedeschi.

Nel trionfo neorealistico avrà sovente il ruolo della popolana sfacciata, volitiva, sempre sicura e persino violenta nella difesa dei giusti valori. L’apoteosi di questa caratterizzazione è “L’onorevole Angelina” (1947) di Luigi Zampa, dove interpreta una donna di borgata chiamata a far politica, per rappresentare gli interessi della povera gente come lei.

L’arrivo in Italia di Ingrid Bergman mette fine all’amore con Rossellini. La fine della tormentata relazione la sconvolgerà. Per ripicca gira “Vulcano” di William Dieterle mentre Bergman e Rossellini girano “Stromboli terra di Dio“. Le riprese dei due film sono ricordate dalla storia del cinema come la guerra dei vulcani.

Nel 1952 gira il suo primo film a colori “La carrozza d’oro” diretto da Jean Renoir.

Nel 1951 un altro grande ruolo in “Bellissima” di Luchino Visconti che le vale un Nastro d’Argento. Interpreta la donna frustrata che trasmette le sue illusioni e sogni infranti nell’impossibile carriera cinematografica della figlia, a costo anche di mettere in crisi il suo matrimonio.

Nel 1952 veste i panni di Anita Garibaldi del film “Camicie rosse“.

A metà degli anni ’50 la sua carriera ha una svolta americana in ruoli in cui la sua tipizzazione di donna mediterranea è molto accentuata.

Il 22 Marzo del 1956 è la prima attrice italiana a ricevere l’Oscar per la sua interpretazione nel film “La rosa tatuata“. Per lo stesso ruolo, vincerà anche un BAFTA come attrice internazionale dell’anno e il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico. Anna Magnani non presenzia alla cerimonia: l’Oscar viene ritirato da Marisa Pavan, anche lei candidata come migliore attrice non protagonista per lo stesso film, dalle mani di Jerry Lewis.

Nel 1957 l’attrice arriva la sua seconda candidatura al premio Oscar col film “Selvaggio è il vento diretto da George Cukor, che le vale anche un Orso d’argento al Festival di Berlino e il suo primo David di Donatello. Nel 1959 rifiuta il ruolo da protagonista del film “La Ciociara“, che avrebbe in seguito premiato proprio con un Oscar un’altra attrice italiana, Sophia Loren. Sceglie invece di interpretare il suo terzo film americano, “Pelle di serpente” di Sidney Lumet con Marlon Brando, il suo personaggio è stato scritto apposta per lei da Tennessee Williams.

In “Risate di gioia” del 1960 con la regia di Mario Monicelli, si ritrova a recitare insieme a Totò, amico, maestro e partner dei tempi dell’avanspettacolo.

Nel 1962 prende parte al film “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini col quale avrà un rapporto molto conflittuale.

Negli anni ’60 si rituffa nel teatro, interpreta “La lupa” di Verga, diretta da Franco Zeffirelli, e “Medea” di Anhouil, diretta da Giancarlo Menotti, che la vedono trionfare su tutti i più grandi palcoscenici d’Europa.

Tra il 1971 e il 1973 interpreta quattro stupendi film-tv scritti e diretti da Alfredo Riannetti, “La sciantosa”, “1943: un incontro“, “L’automobile” e “Correva l’anno di grazia 1870“.

La sua ultima, breve, apparizione sugli schermi è stata nel film “Roma (1972) di Federico Fellini, nella parte di se stessa. Di notte, una dolente Anna Magnani attraversa i vicoli di una Roma silenziosa e deserta per rientrare a casa. Risponde a Fellini con un tono di sorpresa, lo congeda velocemente e sorridendo chiude il portone davanti alla macchina da presa, e così l’attrice conclude la sua carriera cinematografica. La sua battuta finale è stata “Num me fido! Buonanotte“.

L’immensa Anna Magnani muore a Roma il 26 settembre 1973, all’età di 65 anni, stroncata da un tumore al pancreas assistita fino all’ultimo dal figlio Luca e da Roberto Rossellini, al quale si era riavvicinata.

Oltre al premio Oscar come migliore attrice protagonista, ha vinto due David di Donatello, cinque Nastri d’argento, un Golden Globe, un BAFTA, due National Board of Review, un New York Film Critics Circle Award, una Coppa Volpi a Venezia e un Orso d’argento a Berlino.

Anna Magnani è stata celebrata in vita e dopo morta. Tante le canzoni che le state dedicate.

A bordo del Vostok 1, il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin, mandò questo messaggio: “Saluto la fraternità degli uomini, il mondo delle arti, e Anna Magnani“.
Jean Renoir scrisse: “La Magnani è la quinta essenza dell’Italia, e anche la personificazione più completa del teatro, del vero teatro con scenari di cartapesta una bugia fumosa e degli stracci dorati, dovevo logicamente rifugiarmi nella commedia dell’arte e prendere con me in questo bagno la Magnani, le sono grato per aver simboleggiato nel mio film tutte le altre attrici del mondo“.

A pochi giorni dal suo arrivo in America la stampa dichiarò: “In confronto a lei le nostre attrici sono manichini di cera paragonate ad un essere umano“. Il Time scrisse: “Divina, semplicemente divina“.

Nel 2002 il MoMa di New York che le ha dedicato una retrospettiva con la proiezione di 14 suoi film.

Eduardo de Filippo le ha scritto una poesia pochi mesi dalla sua scomparsa: “Confusi con la pioggia sul selciato, sono caduti gli occhi che vedevano gli occhi di Nannarella che seguivano le camminate lente sfiduciate ogni passo perduto della povera gente. Tutti i selciati di Roma hanno strillato. Le pietre del mondo li hanno uditi“.

Le è stato dedicato un cratere sul pianeta Venere.

Tennessee Williams scrisse: “ma Anna è diversa da tutte. È una creatura incredibile, metà femmina e metà maschio. La sua anima è un tutt’uno con il suo utero, materno e possessivo alla stessa stregua. Una volta che ti ha generato è pronta a fagocitarti. Di virile ha la cocciutaggine e la permalosità“.

Era “la donna più misteriosa e più chiara che la mitologia del cinematografo abbia inventato, una donna di carattere”, scrisse Oriana Fallaci.

#unadonnalgiorno

 

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