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Chloé Zhao

Chloé Zhao
Chloé Zhao accepts the Directing award for 'Nomadland' onstage during the 93rd Annual Academy Awards at Union Station on April 25, 2021 in Los Angeles, California. (Photo by Todd Wawrychuk/A.M.P.A.S. via Getty Images)

Una volta tolti il trucco, il botox e la chirurgia estetica, siamo tutti brutti, grazie a dio. Perché brutti significa umani, fatti di carne e ossa. Io non penso molto, sento quando ho davanti qualcosa di autentico. Se questa pandemia ci sta insegnando qualcosa, è che non abbiamo più voglia di essere sempre perfetti. C’è una storia sul volto e se la copri noi non la vediamo.

Chloé Zhao è la seconda donna e la prima di origine asiatica a vincere l’Oscar per la Miglior Regia per Nomadland che si è aggiudicato una statuetta anche come Miglior Film nell’edizione 2021.

Ultimamente ho pensato parecchio a come si fa ad andare avanti quando le cose si fanno difficili. Quando ero piccola, in Cina, con mio papà recitavamo a memoria delle poesie classiche cinesi completando i versi l’uno dell’altra. Uno di questi diceva che le persone alla nascita sono tutte buone: questa lezione ha avuto un grande impatto su di me che continua ancora adesso. Ed è per questo che dedico il premio a tutti quelli che hanno il coraggio di tener fede alla bontà che hanno dentro se stessi e a quella che vedono negli altri.

Queste le parole del discorso di ringraziamento fatto da Chloé Zhao alla cerimonia degli Oscar.

Nata Pechino il 31 marzo 1982, col nome di Zhao Ting, è una regista, sceneggiatrice, produttrice cinematografica e montatrice.

A 15 anni è andata a studiare a Londra, si è poi trasferita  a Los Angeles, laureandosi in Scienze Politiche nel Massachusetts. Dopo aver lavorato prima come barista, poi nel settore pubblicitario e immobiliare, ha studiato cinema all’università di New York.

Tra il 2008 e il 2011, ha prodotto cortometraggi, presentati a vari festival statunitensi.

Il suo primo lungometraggio è del 2015 Songs My Brothers Taught Me, la storia di due fratelli Sioux Lakota che, in un riserva indiana del Sud Dakota, si ritrovano ad affrontare l’improvvisa morte del padre. Il film è stato presentato in concorso al Sundance Film Festival e al Festival di Cannes, ottenendo anche una candidatura come miglior film d’esordio agli Independent Spirit Awards nel 2016.

Del 2017 è The Rider – Il sogno di un cowboy, la storia vera di un giovane mandriano che ripensa la sua vita dopo un grave incidente che pone fine alla sua carriera nei rodei. Come nel suo film precedente, Chloé Zhao ha utilizzato un cast composto per la maggior parte da attori non professionisti. Presentato a Cannes, il film ha ottenuto il plauso della critica e quattro candidature agli Independent Spirit Awards.

Il suo terzo lavoro, Nomadland, del 2020, sul nomadismo statunitense, prima dell’Oscar, aveva già vinto il Leone d’oro a Venezia, due Golden Globe per il miglior film drammatico e per la migliore regista, il Directors Guild of America Award e il BAFTA.

Il film è il ritratto di quei lavoratori proletari americani che hanno deciso di vivere dentro un camper e cercare occupazioni itineranti. Con le sue vedute mozzafiato sul West e le sfumate descrizioni di questi uomini e donne nel gradino più basso dell’economia globale – tutte persone reali, a parte Frances McDormand e David Strathairn – il film è un’analisi sensibile e commovente dei tempi che stiamo vivendo.

Chloé Zhao, nei suoi lavori, focalizza sempre il suo sguardo sulle fasce più trascurate della popolazione evidenziandone la componente umana, la verità, l’autenticità.

La pluripremiata pellicola è il frutto di tre anni di inchiesta on the road della giornalista Jessica Bruder e ha come protagonista una splendida Frances McDormand nel ruolo di Fern, una donna sessantenne che decide di mollare la sua vita per intraprendere un viaggio nel cuore dell’America in un furgone.

Dopo le celebrazioni per il successo ai Golden Globes sono riemerse vecchie interviste in cui la regista criticava il suo Paese di origine. Per questo motivo il film è totalmente sparito dai motori di ricerca cinesi, dai social e sono state sospese le proiezioni nelle sale, previste per la fine di aprile 2021.

Tuttavia, nonostante i tentativi nazionalisti di mettere la sordina la notizia della vittoria di Chloé Zhao, singoli utenti e blogger sono riusciti a far uscire la notizia e riportare il suo discorso di accettazione, in cui la regista ha citato il verso di una poesia del XIII secolo che lei, come molti bambini cinesi, ha imparato a memoria da piccola e che, tradotta, dice: “Le persone sono buone alla nascita“.

Il suo primo progetto al di fuori del cinema indipendente sarà un film di supereroi prodotto dalla Marvel.

Chloé Zhao, minuta ma fortissima, con l’eleganza innata delle donne dell’Estremo Oriente, le sue trecce, i suoi grandi occhi neri, la sua determinazione e la poesia del suo discorso di accettazione agli Oscar, è già storia.

#unadonnalgiorno

 

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