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Conceição Evaristo

Conceição Evaristo

Ho visto soltanto lacrime e lacrime. Tuttavia, lei sorrideva felice. Ma erano così tante le lacrime che mi sono chiesta se mia madre avesse gli occhi o al loro posto fiumi torrentizi sul viso. E solo allora ho capito: mia madre portava con sé serenamente acque correnti. Per questo, pianti e pianti ornavano il suo volto. Occhi d’acqua, era questo il colore degli occhi di mia madre. Acque di Mamma Oxum! Fiumi calmi ma profondi e ingannevoli per chi considera la vita solo in superficie. Sì, acque di Mamma Oxum. Abbracciai mia madre e avvicinai il mio volto al suo chiedendole protezione. Sentii le sue lacrime mescolarsi alle mie.

Conceição Evaristo è una importante esponente della letteratura brasiliana contemporanea. Scrive dal suo punto di vista di donna nera in un genere che ha definito escrevivência, una combinazione di escrita (scrittura) e vivência (esperienza di vita).

Donna di grande forza cultuale, attivismo e determinazione, è riuscita a ribaltare un destino che sembrava già segnato. Il suo percorso di vita è stato un potente affannarsi nella ricerca, battersi contro pregiudizi, rompere costantemente delle barriere fino a mostrare un grande profilo culturale che non può essere ignorato né negato.

La sua scrittura si distingue per la delicatezza e, nel contempo, per la brutalità con cui affronta certi temi e discorsi.

Il suo nome completo è Maria da Conceição Evaristo de Brito, è nata in una favela di Belo Horizonte il 29 novembre 1946 in una famiglia povera. Seconda di nove tra fratelli e sorelle è stata la prima a laurearsi. Cresciuta a casa di una zia che non aveva figli, ha fatto ogni sorta di lavoro per poter continuare a studiare.

Frequentare la scuola le ha fatto prendere coscienza della condizione di segregazione sociale ed economica rispetto agli studenti bianchi e ha iniziato a miliare nel movimento giovanile JOC (Juventude Operária Católica).

Dal 1973 si è trasferita a Rio de Janeiro per iniziare il suo primo impiego ufficiale in una scuola primaria e dove, dagli anni ottanta, ha fatto parte del gruppo letterario di scrittrici e scrittori afrobrasiliani Quilombhoje.

Ha iniziato raccontando storie di donne nere, racconti di discriminazioni, vestigia di schiavitù e colonialismo. Il debutto letterario, del 1990, è cominciato con poesie e racconti raccolti nei Quadernos Negros, seguiti dal romanzo Becos da Memória del 2006, scritto più di un decennio prima. Le sue radici come scrittrice affondano nella tradizione orale di famiglia, per poi trovare grande ispirazione nella vita di strada, dalle favelas alle grandi città metropolitane.

Ha conseguito un master in letteratura brasiliana nel 1996 ed è ricercatrice in Letterature comparate all’Università Federale Fluminense (UFF).

Autrice di Ponciá Vicêncio (2003) e Vicoli della memoria (2006), ha vinto il terzo posto al Premio Jabuti 2015 con il libro di racconti Olhos D’água, opera di riferimento nella lotta contro il sessismo e il razzismo, appena pubblicato in Italia col titolo Occhi d’acqua tradotto da Francesca De Rosa.

Nel 2018 le è stato conferito il Premio Nicolás Guillén alla carriera dalla Caribbean Philosophical Association.

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