artepoesia

Mina Loy

Mina Loy ritratta da Man Ray

Donne se volete realizzarvi siamo alla vigilia di uno sconvolgimento psicologico – tutte le mansioni domestiche devono essere smascherate – le bugie di secoli eliminate – nessuna mezza misura – nessun graffio sulla superficie della spazzatura tradizionale porterà alla Riforma, il solo metodo è la Demolizione Assoluta”.

Mina Loy è stata scrittrice, poeta e artista eclettica che ha attraversato tutte le Avanguardie del primo Novecento. Di origine britannica, ha viaggiato nel mondo attraversando tutti i movimenti culturali della sua epoca, fotografandone lo spirito e le caratteristiche.

Nacque a Hampstead, Londra, il 27 dicembre 1882 col nome di Mina Gertrude Löwy, suo padre era un ebreo ungherese e sua madre una protestante inglese.

Cresciuta con un’educazione protestante, era sempre stata di indole irrequieta e ribelle.

Per un periodo aveva studiato all’Accademia Femminile d’Arte di Monaco di Baviera, si aggirava con abiti eccentrici e una pipa di terracotta in bocca.

Era soprannominata Dusie, tu e lei in tedesco, a rimarcare la ribellione eclettica che l’ha accompagnata per tutta la vita.

Nel 1906 convinse i suoi genitori a farla studiare a Parigi, all’Académie Colarossi, dove si immerse nella vita Bohemien di Monteparnasse, frequentando personaggi come Gertrude Stein, Marcel Duchamp, Apollinaire e Cocteau. E dove rimase incinta del pittore e fotografo inglese, Stephen Haweis, un esteta arrivista che la sedusse interpretando il ruolo dell’eccentrico incompreso, sfilandole molti soldi e costringendola a un matrimonio riparatore.

Si sposarono il 13 dicembre 1903 a Parigi. Il loro primo figlio morì di meningite a un anno e lei, per sfuggire al dolore e alle crisi di nevrastenia, si buttò affannosamente nella pittura. Nel 1905 espose per la prima volta al Salon d’Automne e l’anno successivo al Salon des Beaux-Art.

Coinvolta nel movimento futurista italiano, ha partecipato alla prima Esposizione Internazionale Libera Futurista a Roma ed è stata coinvolta in un complicato triangolo amoroso tra Papini e Marinetti, di cui ha scritto ampiamente nelle sue poesie.

Non ero abbastanza intellettuale per diventare futurista – ma sufficientemente intelligente per fare altro, disse.

Nel 1914, mentre abitava in una comunità di espatriati a Firenze, Mina Loy scrisse il suo Manifesto femminista contro la posizione subordinata delle donne nella società, rimasto inedito finché è stata in vita.

Disillusa dagli elementi machisti e distruttivi del Futurismo, desiderava l’indipendenza e la partecipazione a una comunità artistica modernista, lasciò i figli in Italia e si trasferì a New York, nell’inverno del 1916, dove in breve divenne una nota esponente del circuito artistico del Greenwich Village. È stata attrice teatrale, disegnava lampade, scriveva poesie che venivano pubblicate in varie riviste e dipingeva.

Ha partecipato alla prima mostra della Society of Independent Artists al Grand Central Palace di New York nel 1917.

Nello stesso periodo conobbe e si innamorò del “poeta-pugile” Arthur Cravan, nipote della moglie di Oscar Wilde, Constance Lloyd, che fuggì in Messico per evitare la leva. Lei lo seguì e, dopo aver divorziato dal primo marito, si sposarono nel 1918. Quando lei rimase incinta si spostò a Buenos Aires, ma lui non l’ha mai raggiunta. Cravan venne dichiarato disperso in mare, successivamente si disse che il suo corpo era stato ritrovato nel deserto, la storia della sua scomparsa diede adito a tante versioni e leggende e la sua perdita diede un ulteriore colpo alla sua già precaria stabilità psichica. La loro figlia, Fabienne, nacque nell’aprile 1919 in Inghilterra. Dopo un breve periodo in cui si è ricongiunta con tutti i figli in Italia, è tornata a Parigi, dove ha pubblicato il suo primo volume di poesie, Lunar Baedecker.

Nel 1936 è tornata a New York e dieci anni dopo ottenne la cittadinanza statunitense con il nome di Gertrude Mina Lloyd.

Nel 1953, si trasferì ad Aspen, in Colorado, dove abitavano le sue figlie. Alla Bodley Gallery espose le sue costruzioni artistiche fatte con oggetti di riciclo trovati tra i senzatetto a New York.

Il suo secondo e ultimo libro, Lunar Baedeker & Time Tables è stato pubblicato nel 1958.

Il suo unico romanzo, Insel, è stato pubblicato postumo nel 1991.

Ha continuato a scrivere e lavorare sui suoi assemblaggi fino alla sua morte, avvenuta ad Aspen il 25 settembre 1966, a causa di una polmonite.

Recentemente in Argentina Camila Evia ha tradotto e pubblicato un’edizione che include il Manifesto femminista e molte poesie di Mina Loy, facendo conoscere la sua eredità in tutta l’America Latina. 

È stata una donna affascinante e inarrestabile, ha vissuto una lunga vita piena di contraddizioni, rincorrendo il suo tormento e la sua vocazione, l’arte e la libertà.

 

#unadonnalgiorno

 

 

 

 

 

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