Voglio ringraziare l’Academy per non essersi sentita offesa a morte dalle parole “donne” e “parlare” così vicine tra loro.
Sarah Polley è la regista e sceneggiatrice di Women Talking, film femminista e militante che ha vinto l‘Oscar 2023 per la Miglior sceneggiatura non originale.
Icona del cinema indipendente degli anni 2000, è nata a Toronto l’8 gennaio 1979, dalla coppia di attori Michael Polley e Diane McMillan, morta di cancro quando lei aveva undici anni.
A quattro anni era già sul set di Un magico Natale e a nove era una piccola star grazie alla serie tv per bambini Ramona di cui era la protagonista. Nello stesso anno è stata nel cast di Le avventure del barone di Münchausen.
Con la serie La strada per Avolnea, adattamento del romanzo Anna dai capelli rossi, è diventata l’adolescente più famosa e amata della televisione canadese.
Distribuita da Disney Channel negli Stati Uniti, nel 1991, a 12 anni, si è presentata a una cerimonia di premiazione indossando un segno di pace per protestare contro la prima guerra del Golfo, gesto che ha inasprito i suoi rapporti coi dirigenti della Disney che le avevano chiesto di rimuoverlo.
Nel 1994 ha debuttato a teatro come Alice in Attraverso lo specchio. Ha dovuto interrompere le repliche perché è stata operata alla colonna vertebrale a causa di una grande forma di scoliosi che l’ha costretta a letto per un anno.
Approdata a Hollywood, ha recitato in vari film mietendo successi e vari premi come attrice, prima di decidere di votarsi alla regia. È stata nel cast di molte pellicole tra cui Exotica, Mr. Nobody, Il dolce domani, Go – Una notte da dimenticare e La mia vita senza me.
Dopo vari cortometraggi, nel 2006 ha firmato la sua prima regia col film Away From Her – Lontano da lei che narra la straziante storia di una donna afflitta dal morbo di Alzheimer. Premiato col Canadian Screen Award come Miglior regia e altri celebri riconoscimenti, le è valso la sua prima nomination all’Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale.
Il suo secondo film è stato Take This Waltz presentato in anteprima al Toronto International Film Festival del 2011. L’anno seguente è uscito Stories We Tell, documentario presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, che racconta la storia della sua famiglia svelando un segreto fino ad allora rimasto inconfessabile, il fatto che lei è figlia di una relazione extra-coniugale della madre.
Nel 2016, vent’anni dopo averne inoltrato richiesta alla scrittrice Margaret Atwood, ha sceneggiato la miniserie L’altra Grace basata sull’omonimo romanzo.
Dopo dieci anni, in cui ha affrontato anche gravi problemi di salute, è tornata alla regia con Women Talking – Il diritto di scegliere tratto dal romanzo Donne che parlano di Miriam Toews, a sua volta liberamente ispirato da fatti realmente accaduti in una colonia in Bolivia nel 2011.
Il film, presentato in anteprima al Telluride Film Festival il 2 settembre 2022, racconta di un gruppo di donne di una rigida comunità religiosa narcotizzate e violentate mentre dormivano da uomini che facevano loro credere che i loro lividi e denti rotti fossero colpa di azioni demoniache.
Una pellicola profondamente impegnata e politica, che si concentra sulle conseguenze di quella scoperta e sul diritto delle protagoniste di scegliere cosa fare: se rimanere nella colonia e combattere, oppure scappare.
Un’opera minuziosa, precisa, costruita sui volti e sulle parole di un formidabile gruppo di protagoniste. In una parabola drammatica e umana da cui emerge la ricerca del futuro oltre l’orrore.
Women Talking innalza il valore della parola che accomuna le donne ed è il loro unico l’appiglio per combattere la tirannia mascolina.