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Nneka

Nneka

La mia musica non parla di me ma di un intero Paese. Voglio cambiare l’Africa, ecco perché apro la bocca e canto… C’è tanto da fare nell’educazione e con i giovani. E anche se divido il mio tempo tra la Nigeria e Amburgo, mi sento ancora impegnata al 100% ad aiutare i miei connazionali.

Nneka è una cantautrice soul e hip hop che, da venditrice di akàrà, frittelle di fagioli, al mercato in Nigeria è arrivata a dominare i circuiti di musica alternativa in Europa.

Da anni il suo afrobeat scala le classifiche di molti paesi. Le sue canzoni narrano l’amore per la sua terra natale, il dolore, la politica e la religione.

Il suo nome completo è Nneka Lucia Egbuna ed è nata a Warri, nello Stato del Delta, il 24 dicembre 1981, da padre nigeriano e madre tedesca che ha lasciato la famiglia quando lei aveva due anni. Ha avuto un’infanzia difficile aggravata dai soprusi che la seconda moglie del padre le costringeva a subire. 

L’amore per la musica la accompagna da sempre, sin da piccolissima cantava nel coro della chiesa.

A 18 anni, nel 1999, si è trasferita ad Amburgo, la città natale di sua madre, dove ha vissuto prima in un residence per richiedenti asilo e poi in un alloggio comunale per giovani.

In Germania ha imparato il tedesco e si è diplomata. Ha studiato antropologia all’università e per mantenersi si esibiva nei locali underground dove è entrata in contatto e si è fatta apprezzare da vari dj e producer.

Ha esordito nel 2005 con Victim of Truth, disco che le ha fatto raggiungere un’invidiabile notorietà, attestati di stima e collaborazioni prestigiose con artisti come Massive Attack, Damian Marley e soprattutto Lenny Kravitz. 

Nel 2008 è uscito il suo secondo album No Longer At Ease dedicato all’omonimo libro dello scrittore Chinua Achebe che contiene testi politici che parlano di corruzione e dello stato in cui versa la gente del Delta del Niger.

Due anni dopo ha pubblicato il suo primo album americano Concrete Jungle seguito da Soul is Heavy del 2011.

Il suo impegno politico e sociale si sono incontrati con la fiducia nel potere educativo dell’arte in My Fairy Tales, del 2015.

Un titolo leggero per un viaggio di scoperta e di riflessione sulle battaglie e la resistenza delle persone nere. Un suono che vuole rappresentare il continente africano in chiave moderna e contemporanea.

Convinta che la musica possa diventare un’arma contro l’ingiustizia la utilizza come mezzo per parlare di coloro che non hanno voce, soprattutto le donne nigeriane.

Non possiamo starcene fermi ad aspettare che arrivi il cambiamento. Dobbiamo alzarci ed essere tutti parte di questo processo. Stanno cambiando un po’ di cose, ma per le donne è ancora molto molto difficile.

Nneka fa parte di numerose organizzazioni non governative, è stata ambasciatrice dell’Awdf, African Woman’s Development Fund, ha sostenuto l’Occupy Nigeria Movement, movimento socio politico nato nel 2012 in risposta alla rimozione dei sussidi sul combustibile che portò numerose proteste che costarono la vita a sedici persone uccise dalla polizia.

Corruzione, inquinamento ambientale, soprusi e atrocità dei fondamentalismi sono le spine nel fianco della Nigeria che Nneka ha sempre denunciato, rischiando l’arresto mentre la polizia interrompeva i suoi concerti.
Per quanto possiamo essere coinvolti nel cambiamento di cui vogliamo essere protagonisti, credo fermamente che la musica e l’arte possano cambiare l’impostazione mentale di molta gente, soprattutto tra i più giovani. La musica è più grande della politica.
#unadonnalgiorno

 

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