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Sunila Abeysekera

Sunila Abeysekera

Lo Sri Lanka è un paese nel quale i diritti e le libertà delle persone sono erosi continuamente da pratiche corrotte, impunità e una cultura della violenza che pervade ogni aspetto della nostra vita.

Sunila Abeysekera è stata un’affascinante protagonista della cultura e politica dello Sri Lanka.

Nel 1999 ha ricevuto il Premio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, nel 2007 il Premio Global Human Rights Defender di Human Rights Watch e nel 2013 è stata insignita del Premio Didi Nirmala Deshpande per la Pace e la Giustizia nell’Asia meridionale.

Nata il 4 settembre 1952, il suo immenso amore per l’arte l’ha portata a cantare e recitare sin da giovanissima, ma la guerra civile in Sri Lanka, nel 1971, le ha fatto abbandonare le scene per partecipare alle attività di un gruppo di supporto per i detenuti politici. Ha documentato gli arresti arbitrari, l’uso della tortura e gli omicidi politici. 

Il suo lavoro politico con le donne è iniziato con Il Fronte Socialista Femminile.

Nel 1984, ha fondato il Women and Media Collective che ha avuto un ruolo importante nella Carta Nazionale delle Donne, nei piani d’azione nazionali e nella politica sui diritti dei migranti.

Come cingalese, quindi appartenente all’etnia maggioritaria nello Sri Lanka, dopo lo scoppio del conflitto, si è spesa per stabilire contatti diretti con i Tamil. “Appartengo alla maggioranza della popolazione e per tutta la mia vita adulta ho partecipato ad azioni collettive e attività creative per difendere i diritti delle minoranze e celebrare le loro culture“.

Tutta la sua attività è stata incentrata nel creare un processo di pace e di riconciliazione per le etnie del suo Paese. Ha partecipato al comitato esecutivo del Movimento per le elezioni libere ed eque ed è diventata presidente del Movimento per la giustizia e l’uguaglianza interrazziale in Sri Lanka.

È stata a capo del Centro di documentazione INFORM che ha monitorato le violazioni dei diritti umani sotto l’egida delle leggi antiterrorismo e d’emergenza, attività che le ha procurato minacce di morte e che l’ha costretta a emigrare e a cercare rifugio nei Paesi Bassi.

Nel 1994, ha conseguito un Master in Donne e Sviluppo presso l’Istituto Internazionale di Studi Sociali dell’Aia e ha vinto il premio di quell’anno per il miglior documento di ricerca.

Rientrata in patria, si è dedicata con maggiore  impegno alla difesa dei diritti delle donne, attraverso un’opera di documentazione, sia nel Paese che all’estero, sulla loro condizione.

Ha svolto un ruolo importante nella creazione della  Campagna Globale per i Diritti Umani delle Donne, ha partecipato alla Conferenza Mondiale sui Diritti Umani a Vienna (1993) e alla Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne a Pechino (1995).

Ha aderito all’Iniziativa internazionale femminista sulla giustizia per le donne musulmane vittime delle rivolte del Gujarat del 2002. Come presidente del Fondo d’azione urgente per i diritti umani delle donne si è impegnata tenacemente per garantire i bisogni delle donne, dopo lo tsunami del 2004. 

Nel 2005 ha contribuito alla stesura della legge sulla violenza domestica.

Si è battuta sull’integrazione delle tematiche relative ai diritti delle donne all’interno del sistema internazionale dei diritti umani.

Ha lavorato per sviluppare e creare nuovi modi di esprimersi attraverso i media e le arti. 

Come critica cinematografica ha scritto per diverse riviste specializzate e redatto la rubrica di recensioni di film femministi più longeva del paese, ‘Ape Esin’ (attraverso i nostri occhi).

Dichiaratamente lesbica, è stata madre di sei figlie e figli adottati da amici tamil costretti a fuggire dal paese.

È morta di cancro il 9 settembre 2013.

 

#unadonnalgiorno

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