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Teresa Rampazzi pioniera della musica elettronica

Teresa Rampazzi, compositrice, pianista e ricercatrice musicale visionaria e lungimirante, è stata tra le prime donne al mondo a occuparsi della produzione e diffusione di musica elettronica. 

Pioniera e sperimentatrice, ha movimentato la vita artistica dagli anni ’50 e fatto nascere il primo corso di musica elettronica al conservatorio di Padova. Ha contribuito a fondare il Centro di Sonologia Computazionale, attraverso cui ha portato avanti esperimenti impiegando diverse tecnologie, dai nastri magnetici ai sintetizzatori, senza tralasciare i linguaggi della computer music.

Ha dedicato una profonda ricerca sul suono in ogni suo aspetto, fisico, acustico e psicologico utilizzando un approccio quasi scientifico: l’onda sonora veniva analizzata e studiata ben prima che diventasse parte della musica. Ha anche composto numerose colonne sonore che le valsero tanti riconoscimenti.

Nata col nome di Teresa Rossi a Vicenza il 31 ottobre 1914, ha iniziato a suonare il pianoforte sin da bambina, interessandosi presto alla musica sperimentale.

Nel 1933 si diplomò in pianoforte al conservatorio di Milano.

Avuta osservatrice della cultura ad ampio spettro e sempre attratta dalle novità, frequentava le menti più brillanti del suo tempo. Il salotto di casa sua era un luogo d’incontro per personalità dell’arte e della musica in cui intavolava discussioni di natura ideologica, artistica e culturale con personaggi del calibro di Italo Calvino, Emilio Vedova e molti altri ancora.

Si innamorò e sposò Carlo Rampazzi, da cui prese il cognome, che considerava l’unico uomo in grado di capire la sua musica.

Nel 1956, a causa del lavoro del marito, si trasferirono a Padova dove entrò a far parte del Trio Bartòk (allora tra i pochi ensemble italiani che eseguivano Webern e Berg) e del Circolo Pozzetto. Ha combattuto da subito le sue battaglie per lo sviluppo e la diffusione della musica contemporanea d’avanguardia, contrastando le reticenze del pubblico di una città di provincia all’epoca culturalmente pigra.

L’incontro con John Cage ha segnato la sua svolta elettroacustica.

Dai primi anni sessanta, aveva iniziato a insegnare educazione musicale nelle scuole medie.

Nel 1965 ha fondato il gruppo N.P.S. Nuove Proposte Sonore, che considerava l’arte come prodotto collettivo, anonimo, non finalizzato alla fruizione. Lavorando con apparecchiature analogiche, divenne uno dei più importanti studi di ricerca musicale privati.

In seguito, ha aperto il gruppo ai suoi studenti che ebbero la possibilità di utilizzare strumenti elettronici innovativi per l’epoca.

Nel 1972 venne nominata docente del Corso straordinario di musica elettronica nel conservatorio di Padova, aperto grazie alla sua tenacia. Vi insegnò tecniche analogiche trasferendovi tutti i suoi apparecchi e strumenti, accostandosi alla musica informatica.

Mentre, grazie a suoi ex allievi, nasceva all’università di Padova il Centro di Sonologia Computazionale (centro di ricerca e produzione di computer music), Teresa Rampazzi si avvicinava, a sessant’anni, alla tecnologia digitale. E sebbene avesse un rapporto conflittuale con il computer, è stato in questi anni che realizzò la quasi totalità delle sue opere ottenendo vari riconoscimenti.

Il suo primo brano realizzato al computer, al CNUCE, è Computer 1800 del 1972. Quattro anni dopo ha composto With the light pen, mediante l’utilizzo del software ICMS (Interactive Computer Music System) di Graziano Tisato. Tra i suoi lavori vanno anche ricordati Canti per Checca, del 1975, Geometrie in moto del 1982 e Quasi un Haiku del 1987.

In seguito alla morte del marito nel 1983, si è trasferita per quasi un anno a Assisi dove ha approfondito i suoi interessi per la musicoterapia, le religioni orientali, l’astronomia e l’architettura.

Nel 1984 si è stabilita a Bassano del Grappa, dove ha costruito un piccolo studio dotato anche di un sintetizzatore DX7, con cui ha composto brani fino ai primi anni Novanta.

Ha lasciato la terra il 16 dicembre 2001, e con la generosità che l’aveva contraddistinta in vita, ha disposto di donare la sua biblioteca personale al Conservatorio di Padova, le partiture per pianoforte e i saggi sono consultabili liberamente. Al Corso di Musica Elettronica si utilizzano ancora oggi gli strumenti da lei donati quando le venne istituita la cattedra.

Teresa Rampazzi è stata una donna estremamente brillante e di larghissime vedute, nella musica come nella vita, innovativa e aperta ai cambiamenti, sempre attenta alle nuove tendenze e in ascolto delle nuove generazioni, ha avuto un ruolo di primo piano (in Italia e non solo) nello sviluppo e diffusione della musica elettronica.

Ha creato un network di artisti internazionali, tenuto lezioni in tutto il mondo, sottolineando l’importanza della collaborazione, della diffusione e didattica musicale.

A riprova del fatto che, anche se non conosciuta dalle grandi masse, ha avuto un ruolo chiave nella storia della musica d’avanguardia, continuano a essere prodotti dischi con le sue opere. Nel 2008 è uscito Musica endoscopica che contiene vari suoi pezzi composti tra il ’70 e l’80. Nel 2011 è uscito il CD Gruppo NPS, Nuove proposte sonore 1965-1972 e nel 2016 Immagini per Diana Baylon.

 

#unadonnalgiorno

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