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Alberta Odell Jones

Alberta Odell Jones avvocata icona diritti civili

Alberta Odell Jones è stata un’avvocata e un’icona dei diritti civili. In prima linea nella lotta per il cambiamento in Kentucky, è stata una delle prime donne afrostatunitensi a entrare nell’ordine degli avvocati dello stato e la prima giurista della contea di Jefferson

Nata il 12 novembre 1930 a Louisville, si era laureata alla Howard University School of Law. Nel 1959, ha aperto il suo studio legale nella città natale.

Il primo cliente importante, all’inizio della sua carriera, fu un giovane pugile in ascesa di cui negoziò il primo contratto, diventato successivamente un mito mondiale, Cassius Clay.

Attiva sostenitrice di una maggiore partecipazione politica della popolazione afrostatunitense, aveva creato l’Associazione degli elettori indipendenti. Nel suo ufficio, teneva lezioni di formazione su come votare, il suo impegno portò a un importante sconvolgimento politico nel 1961, quando elettrici e elettori neri aiutarono a cacciare il sindaco e molti assessori della città. Due anni dopo la nuova amministrazione comunale emanò la prima ordinanza sugli alloggi pubblici per persone indigenti.

Ha partecipato alla celebre marcia su Washington.

Nel 1964, godeva ormai di una notevole influenza politica quando venne nominata procuratrice della città di Louisville, prima donna a ricoprire quella posizione.

Attiva anche nell’Associazione Nazionale per l’Avanzamento delle Persone di Colore, le sue cause più celebri riguardarono la violazione di diritti umani, molestie e abusi contro le donne, discriminazioni economiche e razziali. 

Pochi mesi dopo la sua nomina a procuratrice, il 5 agosto 1965, il suo corpo venne ritrovato nel fiume Ohio, aveva soltanto 34 anni. 

L’autopsia rivelò che Alberta Odell Jones aveva ricevuto diversi colpi alla testa prima di essere gettata in acqua, dove era morta per annegamento. La sua auto, contenente tracce di sangue, venne trovata a diversi isolati dal ponte dove era stata lanciata e la sua borsa, appesa allo stesso ponte, venne scoperta solo tre anni dopo.

La notte prima della sua morte, la madre sostenne che aveva ricevuto una telefonata da un’amica che voleva incontrarla per discutere di una causa. Dei testimoni dichiararono di aver visto un corpo gettato nel fiume da tre uomini non identificati. 

Aveva pestato i piedi di persone molto importanti visto che le indagini relative al suo omicidio vennero manipolate. All’interno della sua auto fu rinvenuta un”impronta digitale appartenente a un giovane di 17 anni mai perseguito, i pubblici ministeri dichiararono la morte dei testimoni chiave che invece, in seguito, si sono rivelati vivi. 

Nel 2017, la divisione per i diritti civili del Dipartimento di Giustizia fece riaprire il caso  grazie ai finanziamenti di una nuova legge preposta per indagare e perseguire gli omicidi senza colpevoli prima del 1970. Ma, ancora oggi l’assassinio di Alberta Jones rimane irrisolto.

 

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