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Marie Equi

Marie Equi medica statunitense

Marie Equi è stata una medica statunitense, una delle prime nel paese, che ha dedicato la sua vita a fornire assistenza alle persone indigenti.

Un’esistenza spesa a combattere ogni sorta di ingiustizia, contro i pregiudizi razziali, di classe e di genere, contro l’omofobia, contro la repressione che colpiva chi provava a dar voce a ideali di solidarietà e giustizia.

Forniva informazioni e assistenza sul controllo delle nascite e aborti in un momento in cui erano illegali. Ha sostenuto riforme civili e economiche, incluso il diritto di voto alle donne e la giornata lavorativa di otto ore. È stata più volte picchiata dalla polizia e incarcerata.

Nata il 7 aprile 1872 nel Massachusetts, in una numerosa famiglia della classe operaia da padre italiano e madre irlandese, aveva una decina tra sorelle e fratelli, molti dei quali non arrivarono all’età adulta.

Crebbe in un ambiente povero con grandi ideali. Sebbene stentassero a arrivare alla fine del mese, a casa loro c’era sempre un pasto caldo per i lavoratori scioperanti sodali di suo padre, muratore sempre impegnato in prima linea per rivendicare i propri diritti. Dopo aver visto morire i suoi fratelli e sorelle, decise di studiare medicina, per rendersi utile, per aiutare. Si laureò a Portland nel 1903.

Marie Equi è stata anche la prima donna a dichiararsi apertamente lesbica in tutta la costa occidentale degli Stati Uniti e la prima a adottare una bambina con la sua compagna.

Doc come veniva comunemente chiamata, dopo il devastante terremoto che colpì la città di San Francisco nel 1906, fu in prima linea nei soccorsi alla popolazione guadagnandosi anche una medaglia e un encomio dall’esercito degli Stati Uniti.

Tra il 1905 e il 1915, oltre alla sua attività medica generale e, sebbene, fosse illegale, praticò aborti a donne di ogni classe sociale. Faceva parte della Birth Control League di Portland che aiutava a diffondere informazioni sul controllo delle nascite e per questo venne anche arrestata.

Sempre in prima fila per i diritti delle donne e delle lavoratrici, fu in prima linea per rivendicare il diritto al voto. Nel 1913 venne percossa violentemente durante un picchetto, dove si era recata per portare soccorso alle manifestanti aggredite. Nel 1918, fu condannata a tre anni di prigione per la sua propaganda contro il coinvolgimento degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale. Scontò la pena nella prigione di San Quentin, era l’unica detenuta politica. In carcere si ammalò, e la tubercolosi che aveva contratto durante l’infanzia si riacutizzò, chiese invano il rilascio anticipato. Dopo dieci mesi, uscì per buona condotta.

Negli anni ’20 tornò a esercitare la professione e, inarrestabile, le sue battaglie politiche. Ebbe anche una relazione con la sindacalista Elizabeth Gurley Flynn che divenne poi la leader del Partito Comunista USA.

Negli ultimi anni della sua vita, Marie Equi, ormai sola, anche se mai abbandonata da compagne e compagni di lotta, visse in una casa di cura dove si spense il 13 luglio 1952 all’età di 80 anni.

I suoi necrologi apparvero sui giornali di tutto il paese, compreso il New York Times. È sepolta insieme a Harriet Speckart, il suo più grande amore, in Oregon.

Nel 2019, il suo nome è apparso nella Rainbow Walk of Fame di San Francisco, per il grande contributo apportato per i diritti delle persone lgbtq+.

Marie Equi ha lottato per tutta la sua vita per i valori in cui credeva, contro le ineguaglianze sociali, per la salute pubblica, per i diritti di lavoratori e lavoratrici.

Inarrestabile nel suo attivismo ci ha messo la faccia, l’onore, ha preso botte e condanne, ma non si è mai arresa. Una figura da non dimenticare.

 

#unadonnalgiorno

 

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