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Lucrecia Martel, la regista che non nasconde il suo dissenso

Lucrecia Martel regista argentina, presidente di Giuria al Festival di Venezia 2019.

Lucrecia Martel, da femminista non può tradire la sua essenza e fare finta di niente. Così, dal palco della Mostra del Cinema di Venezia, non nasconde il suo dissenso e dichiara:

La presenza di Polanski in concorso, dopo ciò che ha fatto in passato, mi mette a disagio. Tanto che non parteciperò alla serata di gala in onore del suo film. Non voglio alzarmi in piedi e applaudirlo. Non sarebbe giusto nei confronti di tutte le donne che rappresento e delle donne argentine vittime di stupro. Alla Mostra ci sarà il film del regista polacco condannato per “violenza sessuale con l‘ausilio di sostanze stupefacenti” ai danni di una ragazzina di tredici anni, Samantha Geimer”.

Martel “non separa il regista dall’uomo”. Anche se ha precisato di saper distinguere tra il “disagio” che le procura l’idea di “congratularsi” con Polanski e la capacità di riconoscere il valore artistico della sua opera. “Non separo l’opera dal suo autore, e avendo apprezzato la profonda umanità che si respira nella maggior parte dei film di Polanski, non sono contraria alla sua presenza in concorso, non ho alcun pregiudizio e guarderò quel film come guardo gli altri. Se avessi avuto qualche pregiudizio, mi sarei dimessa”.

Lucrecia Martel è una regista argentina, presidente di Giuria al Festival di Venezia 2019.

È anche attivista, in prima linea nel movimento femminista #NiUnaMenos. Le sue protagoniste sono quasi sempre donne, il suo sguardo cinematografico è come un «filtro» che restituisce conflitti, marginalità, esclusioni. È come se i suoi personaggi portassero in sé la realtà e il suo controcampo, mostrando come la questione di genere sia qualcosa di molto più ampio, che coinvolge l’intero sistema sociale, culturale, economico.

Le sue dichiarazioni in apertura della Mostra del Cinema sono state male interpretate e utilizzate strumentalmente da una parte all’altra. Non è questione di separare artista e criminale – ve ne sono nella storia dell’arte e sarebbe assurdo censurarne ora l’opera – ma di spostare su di essa un clamore che non sembra possibile altrove. Martel ha utilizzato quel palcoscenico anche per ribadire la pari opportunità tra uomini e donne nelle selezioni dei festival, perché è un passo che apre all’industria, alla produzione ancora molto in salita nel cinema. Riflettere è un punto da cui ripartire.

#uandonnalgiorno

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