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Mala Zimetbaum la donna che sfidò i nazisti

Mala Zimetbaum Angelo di Auschwitz

Mala Zimetbaum è stata la prima ebrea prigioniera a fuggire da Auschwitz-Birkenau: ricatturata dalle SS, non ebbe paura di ribellarsi.

Era una donna forte, intelligente e coraggiosa che si adoperò per aiutare gli altri prigionieri del campo, diventando, per loro, una vera eroina.

Nata il 16 gennaio del 1918 in Polonia, nel 1928, con la famiglia, si trasferì a Anversa, in Belgio. A causa delle condizioni economiche dei genitori, fu costretta a lasciare la scuola e lavorare in una fabbrica di diamanti, nonostante fosse una studentessa brillante e dotata.

Nel luglio 1942 Mala Zimetbaum fu arrestata con la sua famiglia e spedita a Auschwitz. Dato che parlava cinque lingue diverse (fiammingo, francese, tedesco, inglese e polacco), venne scelta come traduttrice per le SS, diventando una prigioniera “privilegiata”, con più libertà di movimento. Le assegnarono incarichi di interprete e di portaordini dalla responsabile SS del campo femminile, la famigerata Maria Mendel.

Mala Zimetbaum compì gesti concreti aiutando molte persone grazie al ruolo che ricopriva. Rappresentò un esempio di vera e propria resistenza. Su di lei i nazisti fallirono nel loro criminale intento di eliminare ogni traccia di umano e di dignità.

Una delle sue responsabilità era di assegnare un compito lavorativo ai malati che uscivano dall’ospedale. Dava i lavori più leggeri alle donne ancora deboli, salvando loro la vita. Avvisava sempre i pazienti prima delle selezioni, per farli uscire dall’ospedale senza conseguenze. Faceva di tutto per aiutare chi poteva.

All’interno del campo di concentramento conobbe Edward Galinski, un prigioniero politico polacco. I due si innamorarono e pianificarono la fuga. Il 24 giugno 1944 riuscirono a scappare. Lui indossava una divisa che gli era stata data da Edward Lubusch, un uomo delle SS che aveva già aiutato altri prigionieri. Lei fingeva di essere una prigioniera da trasferire ai lavori forzati.

Arrivarono fino alla frontiera con la Slovacchia, ma il 6 luglio qualcosa andò storto. Fermati da una pattuglia, furono riportati a Auschwitz e separati. Dopo un lungo interrogatorio e crudeli torture, il 15 settembre 1944 vennero condotti a Birkenau per essere giustiziati in pubblico.

Mentre veniva letta la sentenza, Mala Zimetbaum riuscì a tagliarsi i polsi con un rasoio che aveva nascosto e schiaffeggiò l’uomo delle SS che stava cercando di fermarla. Secondo alcune testimonianze, sembra che abbia urlato “Io morirò da eroina, mentre tu morirai come un cane!”.

Portata nell’infermeria del campo per fermare il sangue, non tornò più indietro. Secondo qualcuno morì prima di arrivare al crematorio, mentre per altri venne fucilata.

Mala Zimetbaum è stata protagonista di una memorabile evasione che, per quanto si sia conclusa in modo drammatico, insinuò il germe della resistenza in molte donne, indipendentemente dalla fine che esse poi fecero.

#unadonnalgiorno

 

 

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