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Margherita Hack, nostra Signora delle stelle

Margherita Hack, astrofisica

La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano l’universo, la terra, il proprio corpo, di rifiutare l’insegnamento calato dall’alto, in una parola Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede.

Margherita Hack è stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana, icona e riferimento dell’astrofisica mondiale.

È stata la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, ha dato un considerevole contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle.

Nata il 12 giugno 1922 a Firenze, dopo studi classici, e avventure sportive con buoni risultati nell’atletica, si è laureata in Fisica nel 1945.

Scrivendo la tesi ha cominciato a occuparsi della spettroscopia delle stelle, campo di studi interno all’astronomia che continuerà a studiare, insieme alla radioastronomia, per tutta la vita.

Ha iniziato a insegnare all’università e nel 1954 inaugurato la sua lunga carriera di divulgatrice. Per dieci anni ha girato le università di mezzo mondo in qualità di ricercatrice in visita. Ha collaborato con l’Università di Berkeley (California), l’Institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey), l’Institut d’Astrophysique di Parigi (Francia), gli Osservatori di Utrecht e Groningen (Olanda) e l’Università di Città del Messico.

Nel 1964, ha ottenuto la cattedra di astronomia a Trieste e le chiavi dell’Osservatorio astronomico, che rimarrà sotto la sua direzione per quasi trent’anni.

Sotto la sua gestione questa istituzione che in Italia era ultima sia per numero di dipendenti e ricercatori, che per qualità della strumentazione scientifica, arriva a diventare un punto di riferimento mondiale per l’astrofisica.

Ha scritto centinaia di pubblicazioni scientifiche, testi universitari e libri di divulgazione di grande successo. L’enorme sviluppo delle attività didattiche e di ricerca che Margherita Hack ha promosso in università, ha fatto nascere nel 1980 un Istituto di Astronomia che è stato poi sostituito nel 1985 da un Dipartimento di Astronomia, che la scienziata ha diretto fino al 1990.

Dal 1982 ha collaborato con la sezione astrofisica della ‘Scuola internazionale superiore di studi avanzati’ (Sissa).

Il suo trattato Stellar Spettroscopy scritto a Berkeley nel 1959 assieme a Otto Struve è ritenuto ancora oggi un testo fondamentale.

Nel 1987 ha ottenuto il premio Cultura della Presidenza del Consiglio.

Ha fatto parte dell’Accademia dei Lincei, dell’Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society.

Ha fondato riviste, si è impegnata in politica, è stata in prima linea per difendere le sue opinioni in molte battaglie civili, come quella a favore dell’eutanasia, “la vita e la morte appartengono all’uomo e non a Dio”, ha sostenuto.

Nel 1993 è stata eletta consigliera comunale a Trieste.

In pensione dal 1997, ha continuato a dirigere il Centro Interuniversitario Regionale per l’Astrofisica e la Cosmologia di Trieste, dedicandosi a incontri e conferenze al fine di “diffondere la conoscenza dell’Astronomia e una mentalità scientifica e razionale“.

Tutti noi abbiamo un’origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’universo, dell’evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli.

#unadonnalgiorno

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