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Maria Pintasilgo premier del Portogallo

Maria Pintasilgo premier portoghese

Maria de Lourdes Pintasilgo è stata prima ministra del Portogallo dal 1 agosto 1979 al 3 gennaio 1980. È stata la prima donna, e finora la sola, a ricoprire questo incarico in Portogallo.

Una donna che ha sempre osato in campi della vita tradizionalmente maschili.

Nata il 18 gennaio 1930, a 23 anni, nonostante il suo amore per la filosofia, si laureò in ingegneria chimica, cosa rara per una donna a quei tempi.

È stata presidente mondiale degli universitari cattolici di Pax Romana a fine anni Cinquanta, ministra degli affari sociali nei primi governi della transizione. Ambasciatrice UNESCO negli anni Settanta, presidente del gruppo di lavoro del Consiglio d’Europa su «Uguaglianza e democrazia» all’inizio degli anni Novanta e presidente del «Comitato dei saggi» sull’Europa dei diritti civili e sociali.

La sua capacità di attraversare confini, costruire ponti, sommare linguaggi, le consentì di essere Prima Ministra in un’Europa del Sud mai particolarmente aperta alle donne in politica.

Nel 1979, fu nominata alla guida di un governo tecnico destinato alla gestione delle elezioni: «il governo dei cento giorni» che avviò alcune importanti riforme sociali.

A 49 anni, non nutriva illusioni sul maschilismo dei portoghesi, usciti cinque anni prima dalla dittatura, e percepiva l’insofferenza dell’ambiente politico attorno a lei: «Non mi hanno mai perdonato di aver osato entrare nel loro mondo».

In cinque mesi di mandato, a capo del V governo costituzionale, riuscì a aumentare i salari minimi, le pensioni di vecchiaia e di invalidità. A resistere a pressioni e attacchi, pilotando il Paese alle elezioni il 2 dicembre 1979.

Di quell’esperienza restò, tra la popolazione portoghese del tempo, l’impressione di una vicinanza del potere politico, di un breve recupero,  dell’istanza di cambiamento che si era affacciata confusamente nella Rivoluzione.

Si tratta di tener ferme due consapevolezze, per un verso che «la storia non è una sequenza lineare», elemento che ci vaccina contro forme ingenue di progressismo e di radicalismo, per altro verso che la nostra memoria si alimenta della sua «contiguità spontanea con l’immaginazione», evitandoci la rassegnazione allo status quo, «la monotonia delle cose che sogniamo». Sostenne in un celebre discorso.

Nel 1986 si candidò come indipendente alle elezioni presidenziali.

È stata una delle massime dirigenti dell’associazionismo cattolico nazionale e internazionale e capolista del Partito Socialista nel 1987, nelle prime elezioni dei rappresentanti del Portogallo al Parlamento Europeo.

In lei convivevano radicalità e pragmatismo, toni profetici e cultura di governo, europeismo e apertura alla globalizzazione, appartenenza religiosa comunitaria e laicità della politica in spazi politici «misti».

 

#unadonnalgiorno

 

 

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