Abbiamo bisogno di recuperare il bene delle tradizioni che ci siamo lasciati alle spalle nella fretta di essere ‘civilizzati’. Ora è il momento per l’Africa di essere veramente africana attraverso l’autocritica, l’autoguarigione, fino a un’integrità che possiamo sostenere. Se rispetti te stesso, rispetterai gli altri perché vedrai te stesso negli altri. La totalità inizia con il sé e si irradia verso l’esterno. Questo rispetto di sé riguarda la totalità della guarigione e la totalità dell’essere.
Sindiwe Magona è una scrittrice sudafricana cresciuta in pieno apartheid, ha rifiutato di essere silenziata e reagito con la narrazione delle esperienze vissute.
Nel 1976 è stata nominata membra del Tribunale Internazionale per i Crimini contro le Donne, a Bruxelles.
L’anno successivo è stata tra le dieci finaliste per il Woman of the year Award.
È scrittrice residente presso l’Università del Capo Occidentale, ha insegnato alla Georgia State University.
Ha scritto oltre 130 libri per bambini, oltre a romanzi, poesie, opere teatrali e due autobiografie: Ai figli dei miei figli e Costretto a crescere. Ha utilizzato la narrazione di sé come forma di protesta, di autocoscienza e auto-guarigione.
A Città del Capo ha fondato una Ong, Africa 2033 e insegna scrittura creativa alle donne fuoriuscite dalla violenza come tecnica per uscire dal trauma.
Ha scritto di AIDS, violenza sessuale sulle bambine, ha dato voce a donne che non ne hanno mai avuta, ha raccontato storie toccanti, fatte di piccole cose, piccoli gesti, che restituiscono la grandezza e la complessità della vita.
Sindiwe Magona è una donna dall’incredibile forza che è riuscita a rappresentare le mille anime del Sudafrica indomito e indomabile.
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