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Sindiwe Magona scrittrice e attivista sudafricana

Sindiwe Magona scrittrice sudafricana

Abbiamo bisogno di recuperare il bene delle tradizioni che ci siamo lasciati alle spalle nella fretta di essere ‘civilizzati’. Ora è il momento per l’Africa di essere veramente africana attraverso l’autocritica, l’autoguarigione, fino a un’integrità che possiamo sostenere. Se rispetti te stesso, rispetterai gli altri perché vedrai te stesso negli altri. La totalità inizia con il sé e si irradia verso l’esterno. Questo rispetto di sé riguarda la totalità della guarigione e la totalità dell’essere.

Sindiwe Magona è una scrittrice sudafricana cresciuta in pieno apartheid, ha rifiutato di essere silenziata e reagito con la narrazione delle esperienze vissute.

Nata il 27 agosto 1943 in un villaggio rurale nel Capo Orientale del Sud Africa, è cresciuta nei sobborghi di Città del Capo. In condizioni di assoluta indigenza, a soli 23 anni si è ritrovata da sola con tre figli da crescere, lavorava come domestica per mantenerli. Era la metà degli anni Sessanta e, non avendo la cittadinanza sudafricana, ai tempi negata alle persone nere, non poteva usufruire dell’assistenza pubblica. Si è resa presto conto che soltanto l’istruzione le avrebbe consentito di sopravvivere, le mancavano due anni per diplomarsi ma come africana non poteva frequentare le scuole serali. Quando è riuscita a risparmiare si è iscritta alla scuola per corrispondenza, terminato il liceo ha iniziato a insegnare e vinto una borsa di studio per frequentare l’università, si è laureata e successivamente, ha conseguito un master in scienze dell’organizzazione sociale del lavoro presso la Columbia University.
Leader della sua comunità, ha lavorato, a vario titolo, per le Nazioni Unite per oltre 20 anni.

Nel 1976 è stata nominata membra del Tribunale Internazionale per i Crimini contro le Donne, a Bruxelles.

L’anno successivo è stata tra le dieci finaliste per il Woman of the year Award.

È scrittrice residente presso l’Università del Capo Occidentale, ha insegnato alla Georgia State University.

Ha scritto oltre 130 libri per bambini, oltre a romanzi, poesie, opere teatrali e due autobiografie: Ai figli dei miei figli Costretto a crescere. Ha utilizzato la narrazione di sé come forma di protesta, di autocoscienza e auto-guarigione.

Cresciuta durante l’apartheid, ha dovuto farsi strada e resistere in un sistema che la relegava ai margini, pretendendo di dettare il suo modo di stare al mondo. Ha scelto di diventare l’autrice della sua vita oltre che delle sue opere.
La narrazione della sua storia personale è intrecciata con quella della collettività costretta dal sistema apartheid, i trasferimenti coatti in altri quartieri da un giorno all’altro, le disuguaglianze e le ingiustizie di un sistema che tendeva a annientare la gente nera.
Il racconto autobiografico è stato il tentativo di collegare passato e presente, il desiderio di recuperare la memoria delle sofferenze per trasmettere alle nuove generazioni orgoglio, amore, compassione e speranza.
Per il suo attivismo ha ricevuto molte onorificenze, il Premio Grinzane per la scrittura che affronta tematiche sociali; la Medaglia d’oro Molteno per la promozione della Cultura e lingua Xhosa; Premio alla carriera per il contributo alla letteratura sudafricana; il Presidential Award dell’Ordine di iKhamanga (2011), il più alto riconoscimento in Sud Africa; il Premio Mbokodo (2012) insieme a Nadine Gordimer.

A Città del Capo ha fondato una Ong, Africa 2033 e insegna scrittura creativa alle donne fuoriuscite dalla violenza come tecnica per uscire dal trauma.

Ha scritto di AIDS, violenza sessuale sulle bambine, ha dato voce a donne che non ne hanno mai avuta, ha raccontato storie toccanti, fatte di piccole cose, piccoli gesti, che restituiscono la grandezza e la complessità della vita.

Sindiwe Magona è una donna dall’incredibile forza che è riuscita a rappresentare le mille anime del Sudafrica indomito e indomabile.

 

#unadonnalgiorno

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