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Alice Walker

Credit Scott Campbell

Il viola è stato considerato a lungo il colore che si vedeva di meno. Proprio come le donne maltrattate, le cui vite non viste restavano sullo sfondo.

Alice Walker, scrittrice e poeta statunitense, ha scritto più di trenta libri tra saggi e opere di narrativa su razzismo e tematiche di genere.

È da sempre in prima linea per i diritti delle donne nere e delle lesbiche.

Nel 1983, è stata la prima scrittrice nera a vincere il Premio Pulitzer e il National Book Award per il suo capolavoro, Il colore viola.

È nata il 9 febbraio 1944 in Georgia, in una famiglia di otto fratelli e sorelle, il padre era un mezzadro e la madre, domestica, lottò affinché i suoi figli e figlie studiassero.

È cresciuta immersa nella tradizione orale delle storie del profondo Sud degli Stati Uniti, raccontate dal nonno, che le ispirarono il romanzo capolavoro che iniziò a scrivere da quando aveva otto anni.

Nel 1952 venne ferita accidentalmente a un occhio da un colpo di fucile sparato dai fratelli e perse la vista. Cominciò a sentirsi diversa e emarginata e passava molto tempo chiusa in casa dedicandosi alla lettura e alla scrittura di poesie.

Successivamente a scuola divenne una ragazza molto popolare, ma la ferita le aveva permesso di iniziare a “vedere davvero le persone e le cose, notare le relazioni ed essere abbastanza paziente per accorgersi come si spengono”.

Sin dagli anni del liceo è stata attiva nel movimento per i diritti civili. Ebbe modo di incontrare Martin Luther King Jr quando studiava allo Spelman College di Atlanta, e ha partecipato alla famosa Marcia su Washington del 1963. Si è laureata nel 1965, grazie a una borsa di studio, al Sarah Lawrence College vicino New York, nello stesso periodo scriveva il suo primo libro di poesie. 

Nel 1967 ha sposato Mel Leventhal, avvocato ebreo con cui ha abitato a Jackson, furono la prima coppia di diversa discendenza legalmente sposata del Mississippi diventando il bersaglio preferito del Ku Klux Klan. La coppia ha avuto una figlia, Rebecca, nel 1969 e divorziato nel 1976. 

Attiva nel movimento per i diritti civili in Mississippi, ha esordito nel 1968 con la raccolta di poesie Once,  due anni più tardi ha pubblicato il suo primo romanzo, La terza vita di Grange Copeland. Assieme a Gloria Steinem, è stata una delle prime editor di Ms.Magazine, una delle riviste femministe più influenti di sempre

Un suo articolo del 1975 ha contribuito a rinnovare l’interesse per i lavori della scrittrice Zora Neale Hurston, sua grande fonte di ispirazione che era stata completamente dimenticata, addirittura sulla tomba, in Florida, non c’era nemmeno il suo nome.

Nel 1982 ha pubblicato Il colore viola, la sua opera più famosa. Narra la storia di una giovane donna nera che combatte contro la cultura bianca razzista e, al contempo, contro quella nera patriarcale. Il libro divenne immediatamente un bestseller da cui è stato tratto il famosissimo film del 1985 candidato agli Oscar e un musical a Broadway.

Negli anni ’80 ha coniato il termine womanism, il femminismo delle donne nere. Lo creai per quelle donne che non appartenevano alla cultura dominante, in particolare le donne nere del Sud. Era anche un modo per sottolineare che la loro cultura era molto di più del colore della pelle.

Alla base delle sue opere, infatti, ci sono le lotte e gli sforzi delle donne nere, considerate le autentiche eroine d’America, contro la società razzista, sessista e violenta, e del loro ruolo nella storia e nella cultura. Ha elaborato un linguaggio altamente musicale, che definisce black folk english, inglese nero popolare.

Tanti i premi ricevuti, nel 1995 anche una laurea honoris causa dal California Institute of the Arts.

Nel 1997 è stata riconosciuta umanista dell’anno dall’American Humanist Association.

Il suo attivismo non si è mai arrestato, l’8 marzo 2003, alla vigilia della Guerra in Iraq, è stata tra le persone arrestate davanti alla Casa Bianca, per aver attraversato una linea di polizia durante una protesta. 

Nel 2009, si è recata a Gaza con un gruppo di altre 60 donne del gruppo antimilitare Code Pink, in risposta all’offensiva israeliana, per portare aiuti e persuadere Israele e l’Egitto ad aprire i loro confini a Gaza. Presente anche alle manifestazioni Black Lives Matter e nelle battaglie femministe contro le politiche di Trump e precedentemente del #MeToo.

Attraverso le sue parole e le azioni concrete continua a portare avanti la sua lotta  e le sue idee. È una delle scrittrici più importanti degli Stati Uniti e del pianeta tutto.

#unadonnalgiorno

 

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