Zinaida Solonari, detta Zina, 36 anni di origine moldava, la scorsa notte stava rientrando dal turno di lavoro a casa della sorella dove si era rifugiata, con le tre figlie, dopo la recente separazione.
Il suo ex marito, Maurizio Quattrocchi, 47 anni, l’ha attesa sotto casa e l’ha colpita con diverse coltellate, ammazzandola. Poi si è dato alla fuga.
Zina è l’ennesima donna ammazzata per possesso, l’ennesimo femminicidio, l’ennesima donna a cui le forze dell’ordine avevano consigliato di allontanarsi per evitare tragedie, l’ennesima richiesta d’aiuto presa sotto gamba, l’ennesima donna che lascia orfane le proprie bambine, l’ennesima vittima di dominio e patriarcato.
Si perpetua la strage di donne ammazzate per mano di un uomo, quasi sempre partner o ex tale, l’unica vera grande emergenza di questo paese.
Ma a chi importa questa storia, quando c’è da fare demagogia su argomenti che hanno più appeal e soprattutto se l’assassino non è uno straniero?
A chi importa se chiudono i centri antiviolenza, se le denunce vengono ignorate, se ogni volta si tende sempre a criminalizzare la vittima, se non si insegna agli uomini a non odiare le donne e a accettare fallimenti e dinieghi?
A chi importa davvero?
In fondo, sono solo donne, questa era anche straniera, un po’ se la sarà cercata, no?
#unadonnalgiorno