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Djamila Ribeiro e il luogo della parola

Djamila Ribeiro filosofa femminista decoloniale brasiliana
Chi ha diritto di parola in una società come quella occidentale, dove maschilismo, bianchezza ed eterosessualità risultano essere la norma?
Djamila Ribeiro, nata nel 1980, è una filosofa e editorialista brasiliana che si sta imponendo nel dibattito pubblico su temi come il femminismo nero, il razzismo, l’empowerment femminile.
È laureata in Filosofia Politica con una tesi sull’opera di Simone de Beauvoir e Judith Butler.
Nel maggio 2016, è stata nominata Vice-Segretaria per i Diritti Umani e la Cittadinanza a San Paolo, ha fatto parte dell’amministrazione del sindaco e futuro candidato presidenziale Fernando Haddad.
Ha parlato come rappresentante della società civile alla Conferenza del Brasile all’Università di Harvard nel 2018.
Ha scritto la prefazione per la traduzione in portoghese del libro Donne, Razza e Classe di Angela Davis con cui ha collaborato in diverse occasioni.
Ha fondato la collana editoriale Feminismos Plurais, che in un solo anno ha promosso la pubblicazione di sei autrici e autori neri, superando le 70mila copie vendute in Brasile.
La collana ha avuto un importante riflesso sul dibattito pubblico e democratizzato l’accesso alla conoscenza nel Paese sudamericano, grazie a prezzi accessibili e linguaggio didattico. In un Paese dove appena il 10% dei libri scritti tra il 1965 e il 2014 è opera di autori neri, dove oltre il 61% della popolazione carceraria è nera, e dove tra il 2003 e il 2013 il tasso di omicidio di donne nere è aumentato in maniera esponenziale (54%), il razzismo culturale è ancora molto vivo.

È autrice di titoli di successo, come Quem tem medo do feminismo negro? e Pequeno Manual Antiraccista.

Editorialista per le testate Folha de Sao Paolo e Marie Claire Brasil, il suo volto e il suo pensiero sono noti anche in tutto il mondo. È stata ospite della televisione cinese Chinese Global Television Network (CGTN) e di Al Jazeera.

Nel 2019, Djamila Ribeiro è stata inserita dalla BBC nella lista delle 100 donne più influenti del mondo, come figura impegnata nel movimento per i diritti delle donne afrodiscendenti.

Ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali tra cui, nel 2019, il prestigioso Prince Claus Awards, premio legato al ministero degli Affari Esteri dell’Olanda.

È anche molto popolare come blogger e sui social network.

Insieme agli impegni accademici, Djamila Ribeiro  porta avanti il suo impegno come attivista politica, lavorando per il gruppo Promotoras Legais Populares, che forma leadership femminili nelle periferie dello Stato di San Paolo e tiene conferenze nelle aree periferiche di tutto il Paese.

Per pensare al futuro è prima necessario riconoscere gli errori del passato. Solo affrontando il colonialismo e le sue conseguenze, sarà possibile coesistere con dignità.

Le sue ricerche in filosofia politica si intrecciano all’attivismo antiazzista, pro-Lgbt e antimachista. Con riferimenti frequenti e puntuali al pensiero e alle pratiche di femministe sudamericane razzizzate, il suo pensiero confuta la neutralità della conoscenza sottolineando l’importanza e la necessità di rompere con l’idea della voce e della storia unica.

Pensare al luogo della parola vuole dire situarla nel luogo dove è nata, individuare il sistema delle gerarchie e delle oppressioni entro cui ha resistito. Le donne nere hanno occupato per secoli uno spazio in sospensione, ai margini della razza e del genere, in uno spazio inascoltato e invisibile ai dibattiti politici e accademici.

Se per Simone de Beauvoir la donna è l’Altro perché non ha la reciprocità dello sguardo maschile, per Grada Kilomba la donna nera è l’Altro dell’Altro, posizione che la mette in un luogo di ancor più difficile reciprocità.

Djamila Ribeiro rompe il discorso egemonico della società suprematista bianca e patriarcale per trovare il proprio «luogo della parola» che riconosca il valore della propria esperienza individuale, quella di soggetto minorizzato e invisibilizzato che coopera con altri soggetti.

La sua è la posizione critica della donna nera: lei è l’altra dell’altro, ai margini del dibattito sul razzismo centrato sull’uomo nero e ai margini del dibattito di genere centrato sulla donna bianca.
Riflettere sul femminismo nero non crea scissioni ma serve a interrompere la scissione che si è creata in una società disuguale. Solo ragionando su come le oppressioni di razza, genere e classe si intersecano, si possono ideare progetti, nuovi traguardi civilizzatori, pensare a un modello differente di società. 
Il concetto di “luogo della parola”, rappresenta il rifiuto della storiografia tradizionale e della gerarchizzazione dei saperi. Parlare non vuol dire soltanto emettere delle parole, ma significa poter esistere.
Djamila Ribeiro è una donna di cui si sentirà parlare ancora a lungo.
#unadonnalgiorno

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