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Doris Lessing, l’Africa e le donne

Doris Lessing scrittrice Premio Nobel nel 2007

Doris Lessing, scrittrice che nelle sue innumerevoli pagine ha abbracciato tre continenti: Asia, Africa e Europa. Un intreccio di corpi e luoghi che fa della sua opera letteraria una matassa di fili multicolori.

Nata col nome di Doris May Taylor a Kermanshah, in Iran, da genitori inglesi, il 22 ottobre del 1919, si trasferisce con la famiglia nella colonia britannica della Rhodesia, attuale Zimbabwe a gestire una fattoria, nel 1925.
Trascorre buona parte dell’infanzia e della giovinezza a contatto con la natura africana, in una società che offre le prime scintille del conflitto razziale. Da piccola studia in un convento e poi in una scuola femminile di Salisbury, che ha abbandonato a quattordici anni per completare la sua formazione da autodidatta.

A quindici anni, stanca dell’esasperante rigore della madre, va via di casa decisa ad affrontare la vita con i propri mezzi. Lavora come bambinaia e comincia ad appassionarsi a politica e sociologia. Nel 1937 si  trasferisce a Salisbury e inizia il suo impegno politico. A diciannove anni si sposa con Frank Charles Wisdom e ha da lui due figli, John e Jean. Divorzia dal marito e lascia la famiglia nel 1943. Si iscrive al Partito comunista, che abbandonerà nel 1954.
Sposa in seconde nozze l’attivista politico ebreo-tedesco Gottfried Lessing, da cui prenderà il cognome. Si separa anche dal secondo marito nel 1949, dopo aver avuto da lui un figlio, Peter col quale si trasferisce a Londra dove pubblica il suo primo romanzo, L’erba canta, nel 1950. Da questo momento consacra la sua vita alla scrittura.

Ha pubblicato romanzi, racconti, opere teatrali, libri di fantascienza; nella sua opera, che affronta tematiche sociali quali il conflitto razziale, l’emancipazione femminile, l’impegno politico,  grande importanza ha l’elemento autobiografico. Nei romanzi degli anni cinquanta e dei primi anni sessanta narra dell’Africa e critica apertamente l’ingiustizia del sistema di potere dei bianchi, per questo viene bandita da Zimbabwe e Sudafrica nel 1956.

La sua residenza europea è movimentata dall’impegno civile verso la Resistenza Afghana, i Mujahidin. Nel 1986 si reca in Pakistan per verificare di persona le condizioni dei profughi e per parlare con i loro capi; ne nasce un libro a metà strada tra reportage e romanzo: Il vento disperde le nostre parole.

Il resto della produzione letteraria di Doris Lessing è legato a intense storie di ragazze e di donne, quasi tutte con un evidente fondo autobiografico, che rivendicano il diritto all’affettività, a una vita più consapevole nel conflitto e nella quotidianità.

Per alcuni libri decide di usare lo pseudonimo di Jane Somers per vedere se verrà pubblicata comunque. Nel 1983, pubblica Il diario di Jane Somers; nel 1984, pubblica il suo seguito, Se gioventù sapesse.

Quello che spicca nei suoi romanzi è la donna, la sua opera più famosa “Il taccuino d’oro” diventata una bibbia del femminismo. In questo romanzo degli anni ’60 si parla di una donna che vuole liberarsi dai clichés della società in cui vive reclamando una nuova individualità sociale. Bisogna però dire che Doris Lessing non ha mai amato l’idea di essere definita una scrittrice femminista.

Il punto di inizio di una rivoluzione femminista che Doris Lessing non aveva mai apertamente voluto fu senza dubbio la serie di romanzi intitolata “Figli della violenza”. Al centro di questa raccolta di romanzi in cui spicca l’opera pubblicata in Italia con il titolo “La noia di essere moglie” c’è un ‘idea rivoluzionaria. La scrittrice vuole da un lato raccontare una donna che rigetta una vita di cui non è padrona, dall’altro l’ipocrisia della borghersia della vita e della politica del suo tempo portata troppo spesso avanti da uomini privi di una volontà di cambiamento ma che vivono all’interno di un ferreo sistema patriarcale.

Nel corso della sua lunga carriera Doris Lessing ha ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti: il Somerset Maugham Award nel 1954; il Premio Shakespeare nel 1982; il Premio Los Angeles Times Book nel 1995 e, nello stesso anno, il James Tait Black e una laurea honoris causa dall’Università di Harvard; nel 1999 è proclamata Companion of Honour; il Premio letterario britannico David Cohen, l’italiano Grinzane Cavour – Una vita per la letteratura, e lo spagnolo Principe delle Asturie, tutti nel 2001; il S.T. Dupont Golden Pen Award nel 2002 e, dulcis in fundo, il Premio Nobel per la Letteratura nel 2007.

La motivazione del prestigioso premio è stata:Cantrice dell’esperienza femminile che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa”.

Un premio a una donna rivoluzionaria che ha raccontato in modo inedito la società del suo tempo spaziando dalla politica alla fantascienza passando per il sufismo, dottrina ascetica islamica.

Doris Lessing muore all’età di 94 anni a Londra il 17 novembre 2013.

È stata una fra le più grandi scrittrici del Novecento, prolifica per quantità e ricchezza tematica e stilistica.

Ha anticipato temi e discorsi che sarebbero diventati centrali nella società solo molto più tardi, quelle crisi che hanno poi determinato nuovi orientamenti sociali e culturali: la donna in relazione alla società, alla famiglia e alla politica; la questione delle condizioni sociali e politiche degli africani nelle colonie e l’ingiustizia del sistema di potere politico dei bianchi; il coinvolgimento politico individuale e il rapporto del singolo nella società.

«In poche parole, avevo cominciato a colorare la mappa del mondo con le tinte e i colori della letteratura. Questo produce almeno due effetti. Uno è quello di perfezionare la conoscenza che si ha dei propri simili, gli essere umani. L’altro è quello di farti conoscere società, paesi, classi sociali, modi di vivere.»

#unadonnalgiorno

 

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