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La moda visionaria di Elsa Schiaparelli

Elsa Schiaparelli
Elsa Schiaparelli studying the charts of her new collection. (Photo by John Phillips/The LIFE Picture Collection via Getty Images)

Elsa Schiaparelli è la stilista italiana che ha inventato il rosa shocking.

Una donna di nobili natali e autorevoli ascendenze intellettuali, una precoce vocazione poetica e un indiscutibile talento visionario. Insofferente alle regole restrittive e conservatrici dell’alta società che pretendeva di domare il suo spirito libero, conquistò il mondo della moda, dell’arte e della cultura dell’inizio del Novecento.

Ebbe una proficua sinergia con artisti del surrealismo, dadaismo, cubismo e futurismo con cui collaborò a creazioni “rivoluzionarie” tra gli anni Venti e Quaranta segnando lo stile estetico del tempo.

Le sue creazioni erano amate da dame e dive. È stata la storica rivale di Coco Chanel.

Una storia di talento la sua, fatta di geniali intuizioni e straordinarie invenzioni. Aristocratica, creativa, eccentrica, è stata una donna originale, anticonformista e ribelle che ha lasciato il suo originale segno di trasformazione e liberazione (individuale e collettiva).

Nata a Roma il 10 settembre 1890 da una famiglia nobile che vantava importanti rappresentanti del mondo della cultura. Studiò filosofia. A 21 anni pubblicò una raccolta di poesie licenziose che ebbero discreto successo soprattutto in Francia. Il padre, per tutta risposta la spedì in convento in Svizzera. Nel 1913 lasciò giovanissima il proprio ambiente protetto per andare a Londra. A 18 anni sposò William de Wendt de Kerlored, un conte e filosofo con cui si trasferì a New York e che presto l’abbandonò lasciandola sola con la figlia Gogo, affetta da poliomielite.

Parigi  fu la sua città d’elezione, lì s’impose come designer e imprenditrice di se stessa. Fu dapprima allieva dello stilista Paul Poiret, poi cominciò a vendere le sue creazioni a piccole case di moda lavorando nel suo appartamento nel 1927. Fondamentale agli inizi fu lo sviluppo del maglione, fino ad allora considerato un indumento da usare soltanto in campagna. Creò, con una sua collaboratrice armena, che cuciva a mano, il maglione aderente a “doppio nodo” con collo a V, disegnato in trompe-l’œil, la cui vendita impazzò e fu ampiamente imitata negli Stati Uniti. Per la grande richiesta, nel 1928 trasferì l’attività in rue de la Paix chiamandola Schiaparelli – Pour le sport.

Fra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30 si dedicò soprattutto all’abbigliamento sportivo con motivi geometrici e linee agili, in linea con la moda dell’epoca, usava forti contrasti di colore con l’uso moderno di tessuti anche sintetici, arricchiti da cerniere a vista e gioielli eccentrici.

Nel 1932 la sua società prese il nome di Schiaparelli – Pour le sport, pour la ville, pour le soir.  Allargò la sede, che ospitava più di ottocento dipendenti, con un totale di otto atelier estesi su diversi piani. Aprì anche a Londra e New York.

Nel 1934 fu la prima stilista sulla copertina della rivista Time. Nel 1935 raddoppiò i suoi dipendenti e si spostò al numero 21 di Place Vendôme. Nella seconda metà degli anni ’30 aveva più di quattrocento sarte alle sue dipendenze.

Inventò gli abiti prêt-à-porter, grande innovazione nella Parigi dell’alta moda. Fu la prima a creare collezioni basate su un tema unico.

Era conosciuta come “La Schiap” e in pochi anni divenne una celebrità. Gli artisti più popolari del tempo, da Salvador Dalì a Alberto Giacometti, frequentavano la sua maison fornendole l’occasione per disegnare gioielli e bozzetti sempre più accattivanti. Fece anche molti costumi per il teatro e il cinema. Le presentazioni delle collezioni non erano semplici sfilate, ma veri e propri spettacoli, con trucchi, musica ed effetti di luce.

I suoi abiti fantasiosi e stravaganti vestirono innumerevoli star del cinema e dello spettacolo. Creò anche tre famosi profumi ancora oggi icone di stile: Salut, Souci e Schiap.

La sua più celebre invenzione è stata il rosa shocking, nel 1936.

Si inventò il primo tessuto simile a carta stampata su cui venivano impressi gli articoli che parlavano di lei, l’abito scheletro (che gli americani chiamano ancora Elsa Schiaparelli Skeleton Dress), i cappelli sculture, i bottoni gioiello. Creò accessori e abiti surreali in collaborazione con Salvador Dalì. Ricercava, sperimentava colori e tessuti, giocava e realizzava i suoi sogni.

Durante la seconda guerra mondiale fu costretta a ridurre produzione e manodopera. Con l’invasione di Parigi andò più volte negli Stati Uniti, tenne conferenze, vinse premi mai attribuiti a stiliste europee, trafugò vitamine per aiutare la popolazione nella città occupata. Militò nella Croce Rossa Internazionale. Nel 1949 aprì a New York, suoi allievi furono Givenchy, Pierre Cardin e altri destinati a diventare stilisti di enorme successo. Dopo la guerra altri nomi si affacciarono alla ribalta togliendole la scena come Dior e Balenciaga. Nel 1954 dichiarò bancarotta e chiuse la casa di moda.

Si è spenta il 13 novembre 1973 a Parigi.

Libri controversi, come la sua autobiografia Shocking Life del 1954, hanno descritto solo in parte l’enorme talento e l’eccezionale carica rivoluzionaria di questa italiana adottata da Parigi che ha lasciato un segno indelebile tra le pagine della storia e della moda.

 

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