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Marisa Merz, l’unica rappresentante femminile dell’arte povera

Marisa Merz unica rappresentante femminile dell'arte povera

Ci vuole pochissimo per arrivare a uno stato di concentrazione molto prolungato nel tempo.

In questo lungo intervallo si scoprono varie cose sul proprio sistema nervoso, e si finisce per trascendere il tempo. E finalmente ci si sente felici.

Sono riuscita a sperimentare questo stato per brevi momenti. Era come arrivare alla struttura portante della vita.

Marisa Merz è stata l’unica rappresentante femminile dell’arte povera.

Nata Marisa Truccato, prenderà poi il cognome del marito, Mario Merz.

Artisticamente si fa notare nel 1966 per un’esposizione in cui utilizza il suo appartamento-atelier come spazio espositivo, rendendo indistinte le frontiere fra spazio intimo e luogo pubblico.

A partire dal 1967, l’uso di materiali come la lana e il rame, conduttore di energia, prefigurano il percorso dell’arte povera.

Negli anni settanta, produce una serie di installazioni mescolando gli oggetti elaborati precedentemente (fili di rame, cera, trame..) secondo una disposizione che sembra casuale o variabile secondo i luoghi d’esposizione.

All’inizio degli anni ottanta, rinuncia alle esposizioni personali e partecipa soltanto alle grandi manifestazioni artistiche internazionali.

Nel 1992, espone a Documenta 9 di Kassel una piccola fontana di cera.

Le esposizioni personali organizzate al Centre Pompidou nel 1994 e allo Stedelijk Museum nel 1996 consolidano la sua fama internazionale.

Le opere di questo periodo, presentate su solidi scaffali in legno o in metallo, creano un contrasto per la loro fragilità e la loro poesia discreta.

Nel 2013, insieme a Maria Lassnig, riceve il Leone d’oro della 55ª Biennale di Venezia.

Introducendo, nell’arte contemporanea, tecniche che derivano dall’artigianato o dalle attività cosiddette “femminili”  conferisce loro dignità artistica.

Un’altra costante della sua opera è l’esplorazione delle interazioni fra spazio interiore, identità, vita privata e spazio sociale.

Nel 2017, il Metropolitan Museum di New York le dedica la mostra retrospettiva The Sky is a Great Space. 

Muore all’età di 93 anni il 19 luglio 2019.

#unadonnalgiorno

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