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Louise Bourgeois

louise bourgeois

Mi chiamo Louise Josephine Bourgeois. Sono nata il 24 Dicembre 1911 a Parigi. Tutto il mio lavoro degli ultimi cinquant’anni, tutti miei soggetti hanno tratto ispirazione dalla mia infanzia. La mia infanzia non ha mai perso la sua magia, non ha mai perso il suo mistero e non ha mai perso il suo dramma.

Louise Bourgeois, artista franco statunitense, ha improntato tutta la sua ricerca sulla maniera di sopravvivere, attraverso l’arte, alle tensioni familiari, di poeticizzare i traumi dell’infanzia, creare un dialogo interiore nelle sue opere anelando a una catarsi.

Ho bisogno delle mie memorie. Sono i miei documenti. Li sorveglio con cura. Sono la mia intimità e ne sono immensamente gelosa.

Figlia di una coppia che riparava arazzi, con il padre, un uomo molto prepotente, ha un rapporto molto tormentato. Da piccola, la portava con sé al bordello lasciandola fuori ad aspettare, aveva molte amanti, una delle quali era l’insegnante di inglese dei figli che viveva in casa con la famiglia.

Per dieci anni ho visto lo sguardo muto di mia madre, ho odiato mio padre per quella sua violenza inaudita su di noi. La famiglia può essere disseminata di ghigliottine.

Una sua scultura degli anni ’90 raffigura una casa della sua infanzia, ingabbiata e sovrastata da un’imponente ghigliottina

A farmi lavorare è la rabbia e la memoria mi aiuta a capire perché mi sento come mi sento e faccio quello che faccio, bisogna essere accurati nei ricordi. L’obiettivo è rintracciare la fonte della propria ansia. In questo consiste la psicoanalisi e a questo mi serve la scultura.

Con la madre ha, invece, un rapporto molto intenso. Mia madre sedeva al sole per ore ad aggiustare arazzi. Le piaceva davvero. Questo senso di riparazione è profondamente radicato dentro di me. Lei era la mia migliore amica. Come un ragno, mia madre era una tessitrice. Come i ragni, mia madre era molto brava. Lei era intelligente, paziente, opportuna, utile e ragionevole. Era indispensabile come un ragno.

Chiamerà Maman il suo monumentale ragno, il primo di una produzione che la renderà famosa nel mondo.

Il rapporto con la madre è talmente intenso che quando questa muore, l’artista tenta il suicidio gettandosi in un fiume.

Louise Bourgeois ha studiato all’École des Beaux-Arts di Parigi. Nel 1938 si trasferisce a New York, dove inizia a frequentare gli esponenti dell’ambiente artistico internazionale, in particolare Duchamp, Le Corbusier e Ozefant, subisce fortemente l’influenza del surrealismo degli emigrati dall’Europa. Nel 1945 tiene la sua prima mostra di pittura. Dal 1949 passa a occuparsi esclusivamente di scultura.

Negli anni Cinquanta e Sessanta sperimenta un’infinità di materiali e di ipotesi, mette in discussione le leggi della geometria, distrugge e ricostruisce, leviga e cuce. Affronta diversi materiali: gesso, cemento, caucciù, marmo e bronzo. Nel 1974 realizza The Destruction of the Father, un’opera cruenta e significativa che dà il titolo a una sua raccolta di scritti. Usa pezzi di carne macellata – pezzi di agnello, pezzi di pollo – che immerge nel gesso e nel lattice per rappresentare un banchetto cannibale e vendicatore dedicato alla figura paterna.

Nel 1982 il MoMA di New York organizza una sua grande retrospettiva consacrandola in campo internazionale: è la prima personale che il museo dedica a una donna.

I temi delle sue sculture sono: l’infanzia in Francia, le amanti del padre, la madre e lei bambina impegnate nel restauro di arazzi antichi, gli istinti distruttivi, la sublimazione, la paura, lo specchio, il ragno, l’amore e l’erotismo. Nelle sue installazioni troviamo immagini trasfigurate del membro maschile. Resta il suo segno distintivo che l’ha consacrata alla storia, la celebrazione del concetto di maternità degli Spiders, giganteschi ragni d’acciaio, dell’altezza di una decina di metri, installati in diverse città del mondo, Londra, Parigi, San Francisco, Bilbao.

Vengo da una famiglia in cui si riparavano i tessuti. Il ragno ripara la sua tela. Se tu distruggi la sua opera, il ragno si mette all’opera e la ricostruisce.

Nel 1993 Louise Bourgeois riceve il Leone d’oro alla Biennale di Venezia. 

Nel 1997, alla Fondazione Prada di Milano c’è stata la prima importante retrospettiva in Italia con delle nuove sculture fatte di abiti che richiamavano l’idea di una memoria personale di cui liberarsi. Nel 2000 tiene un’importante mostra antologica al museo Ermitage di San Pietroburgo. La Tate Modern di Londra le dedica un’ampia retrospettiva per il suo compleanno, nel 2007.

Nel 2010 Louise Bourgeois ci lascia.

Diretta, dura, quasi brutale, riceve rarissime persone e non esce di casa da una dozzina d’anni. Solo qualche domenica pomeriggio, ogni tanto, secondo un’abitudine che dura ormai da trent’anni, accoglie i giovani artisti e artiste che vanno a renderle omaggio e a mostrarle i loro lavori, per tenersi aggiornata su ciò che accade tra le nuove generazioni.

Devi raccontare la tua storia e dimenticarla. Dimenticare e perdonare. Questo ti rende libera.

#unadonnalgiorno

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