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Amália Rodrigues

Amália Rodrigues
Amalia Rodrigues in Paris 1973. Photo credit should read STAFF/AFP via Getty Images

Il fado è sapere che non si può lottare contro quello che abbiamo. È quello che non possiamo cambiare. È chiedere perché e non sapere il motivo. È non smettere di chiedere e, allo stesso tempo, sapere che non c’è risposta.

Amália Rodrigues, cantante e attrice, regina assoluta del fado, è stata la più grande interprete della musica portoghese.

Una carriera lunga quasi sessant’anni in cui ha registrato 170 album e esportato la musica lusitana in tutto il mondo.

Nata il 23 luglio 1920 a Lisbona, in una famiglia modesta, venne allevata dai nonni materni e frequentò solo tre anni di scuola elementare. Aveva iniziato presto a lavorare ma la sua passione era la musica. Sognava malinconicamente le storie che riusciva a vedere al cinema modificando e rielaborando testi e arie secondo il suo gusto.

La svolta è stata nel 1939, aveva diciannove anni quando, dopo essersi esibita in piccole manifestazioni locali, venne invitata a esibirsi al Retiro da Severa, uno dei locali più prestigiosi di Lisbona. La sua performance impressionò pubblico e critica segnando l’inizio di un repentino e enorme successo.

In un anno veniva già pagata venti volte più dei maggiori artisti del momento esibendosi in riviste teatrali e al cinema.

Ha inciso il primo disco, un 78 giri, nel 1945 quando era già ampiamente conosciuta e amata. Nel 1950 è partita per la prima tournée internazionale in Brasile, nel 1955 il film Gli amanti del Tago, le ha aperto trionfalmente le porte del mitico Olympia di Parigi.

Si è esibita nei maggiori teatri e sale da concerto di tutto il mondo.

La sua voce unica, potente e appassionata, trasmetteva in maniera incisiva e originale l’anima e l’emozione del fado, la forma d’arte che meglio esprime la saudade, il sentimento di malinconia e nostalgia tipico della cultura portoghese.

A metà degli anni settanta, la Rivoluzione dei garofani la prese a bersaglio, discriminandola duramente per esser stata, senza volerlo, un simbolo del Portogallo di Salazar, dopo dieci anni è stata, però, riabilitata dal nuovo governo socialista.

Ha vissuto i suoi ultimi anni in ritiro nella sua celebre casa di Rua São Bento, a Lisbona, dove è mancata il 6 ottobre 1999.

Alla sua morte vennero proclamati tre giorni di lutto nazionale, ai funerali parteciparono decine di migliaia di persone. La sua salma riposa nel Pantheon di Lisbona.

Numerosi sono stati i premi e riconoscimenti ricevuti, tra cui il prestigioso Ordine della Libertà conferitole dal presidente della Repubblica portoghese nel 1990.

La sua inconfondibile voce si era evoluta col tempo, dall’agile timbro cristallino della giovinezza, attraverso il recupero del colore speciale dei suoi suoni gravi, fino al timbro rugginoso, lacerato dalla tarda età, inconfondibilmente “suo” e incrinato da una ferita mai rimarginata: la malattia del vivere. Un suono remoto, metafisico, declinato dagli accordi della chitarra che scivola su melodie intrise di nostalgia.

Amália Rodrigues ha lasciato un’eredità immensa nella musica e nella cultura lusitana.

La sua voce straordinaria e il talento interpretativo hanno toccato i cuori di milioni di persone in tutto il mondo.

#unadonnalgiorno

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