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Cesária Évora

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Ai tempi dei coloni non ci era permesso di camminare a piedi nudi in certi posti, soprattutto quelli frequentati dalla gente altolocata. Coloro che non avevano le scarpe dovevano rimanere sulla strada e quelli che avevano le scarpe potevano passare sul marciapiede.

Forse è per questo motivo che Cesária Évora, la voce di Capo Verde, amava esibirsi scalza, tanto da meritarsi il soprannome di diva a piedi nudi.

È stata la più famosa cantante di morna, la musica nazionale delle isole di Capo Verde. Uno stile che unisce le percussioni dell’Africa occidentale con il fado portoghese, la musica brasiliana e i canti di mare britannici. Una sorta di blues filosofico, un dialogo con la propria anima in cui l’interprete cerca risposte sul proprio destino, sul senso di assenza, di mancanza e di nostalgia che la pervade.

La sua voce impressionante e le toccanti canzoni eseguite le hanno donato la fama mondiale. Ha vinto un Grammy Award nel 2003 per il suo album Voz D’Amor. 

Nata a Mindelo, il 27 agosto 1941 perse il padre quando aveva sette anni. Sua madre, che lavorava come cuoca, non riuscendo a mantenerla, l’affidò a un orfanotrofio. È stato proprio nel coro dell’istituto che la giovane Cesária ha cominciato a cantare.

A sedici anni, conobbe un marinaio che le insegnò la musica tradizionale, la coladera e la morna, cominciò allora a cantare nei bar, sulle barche e negli hotel. In breve divenne la Regina della morna.

Cantava principalmente nella lingua creola locale ma anche in portoghese e francese. Nonostante la sua straordinaria voce e la grande presenza scenica, la sua carriera da cantante professionista è sbocciata molto tardi.

Vessata da problemi economici e personali, sommati alle serie difficoltà politiche del suo paese, l’artista rinunciò a cantare per dieci anni, che ha descritto come oscuri e durante i quali è stata vittima dell’alcol.

Riprese a esibirsi grazie all’incoraggiamento di un esule capoverdiano, il musicista Bana, che con l’associazione delle donne di Capo Verde la invitò a Lisbona per incidere qualche brano, ma nessun produttore discografico si mostrò interessato.

Il successo è arrivato molto tardi, quando più nessun produttore avrebbe scommesso su di lei, una povera donna nera, a malapena capace di scrivere, precocemente invecchiata dalle vicende della vita e troppo spesso sfruttata da manager disonesti.

José Da Silva, giovane francese originario di Capo Verde, le propose di recarsi a Parigi per incidere un album, dove registrò La diva aux pieds nus nel 1988.

La canzone Sodade che ha segnato l’inizio della sua fama all’estero, è stato il primo successo per una canzone non francofona in Francia. Parla della deportazione forzata del suo popolo con le “navi della vergogna” sulle quali i colonialisti portoghesi imbarcavano lavoratori per le piantagioni di caffè e di cacao praticando un sistema di lavoro coatto.

L’album successivo Miss Perfumado, l’ha consacrata una stella della musica internazionale, aveva 47 anni.

L’album Cesaria del 1995 ha venduto milioni di copie e le ha portato la sua prima nomination ai Grammy e la sua carriera internazionale è straordinariamente decollata portandola a esibirsi in tutto il mondo. Con Voz D’Amor che ha venduto oltre 400.000 copie, ha vinto il Grammy Award come miglior album di World Music nel 2003.

Dal 1987 al 2010 ha registrato tredici album. Nel 2003 è diventata Ambasciatrice ONU del Programma alimentare mondiale, a cui ha contribuito con i proventi di una serie di dischi registrati in collaborazione con importanti musicisti di tutto il mondo. 

Il 17 dicembre 2011, a 70 anni, è morta nella sua casa di Mindelo.

Si è esibita in tutto il pianeta, il pubblico l’ha acclamata, la critica ha fatto a gara per cercare di definirla, tanti sono stati i paragoni con Billie Holiday. Anche i colleghi l’hanno adorata, a cominciare da Caetano Veloso, col quale ha duettato spesso, che dichiarava di essere ispirato da lei. Al suo concerto al Bottom Line, sono corsi ad ascoltarla personaggi del calibro di Madonna, David Byrne e tutti i più grandi artisti di New York. Goran Bregovic le ha fatto registrare Ausencia per la colonna sonora di Underground, diretto da Emir Kusturica

Cesária Évora è stata la prima donna africana a vendere così tanti dischi nel mondo.

Innalzata al rango di ambasciatrice, presentata a volte nei termini di governatrice del suo Paese, è sempre rimasta radicata nel popolo, di cui ha cantato l’amore e la sofferenza.

Messa continuamente alla prova, sfruttata, dimenticata, ma sempre resistente, ha avuto tanti amori, vari figli, si è arrangiata come ha potuto, come tante donne africane.

La sua differenza l’hanno fatta la voce, la sua estrema sensibilità alla poesia e il modo di vivere e di frequentare i margini. Ha fatto pochi compromessi. Si è sempre espressa con concetti profondi, essenziali e poche parole. Non ha mai tradito il popolo. È sempre appartenuta a se stessa e alle sue radici.

Ha portato la storia della sua gente sulle sue spalle, la povertà, l’emigrazione forzata, ma ha saputo anche raccontare l’orgoglio di un popolo, sorridente, meticcio, amante della danza e della poesia. 

Tanti sono stati gli aneddoti che sono andati a creare un’aura di leggenda intorno alla sua figura, il suo amore smodato per il cognac e per il tabacco, la vita dura in quelle isole dimenticate, i tanti amori e tanto altro ancora.

Il suo paese le ha intitolato l’aeroporto e innumerevoli sono stati i tributi che le sono stati dedicati, in vita e dopo.

 

#unadonnalgiorno

 

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