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Rana Gorgani

Rana Gorgani ballerina sufi

L’anima non è né maschile né femminile. Essere una donna derviscia non va contro la spiritualità. Giriamo con un vestito ampio o una gonna, perché si dice che il tessuto che vola riveli l’anima. Nei paesi musulmani i dervisci indossano in pubblico questa gonna lunga, simbolo femminile, mentre le donne ballano di nascosto. In Europa, ho la fortuna di potermi esprimere artisticamente in maniera libera.

Rana Gorgani ballerina e coreografa sufi, è probabilmente l’unica derviscia rotante al mondo a esibirsi in pubblico.

Fa parte dell’International Dance Council dell’UNESCO.

Nata in Germania nel 1986 da madre iraniana e padre curdo, che avevano lasciato l’Iran dopo la rivoluzione islamica, è cresciuta e vive in Francia.

Ha intrapreso il cammino sufi a 14 anni, quando è andata per la prima volta nel suo paese d’origine.

Aveva iniziato come attrice, ma a 24 anni ha deciso di dedicarsi alla danza e fondato l’Oeil Persan (l’Occhio Persiano), la prima compagnia di danza in Europa specializzata nelle danze del paese.

Nel 2011, al Festival di Montpellier, si è esibita per la prima volta in pubblico, nella pratica che è tradizionalmente di appannaggio maschile; le donne possono attuarla soltanto nelle cerimonie e feste private.

La danza sufi è un ascolto spirituale che permette di raggiungere l’estasi, attraverso rotazioni che sono sempre sul lato sinistro, nella direzione della rotazione della Terra attorno al Sole.

Rana Gorgani ha un master in antropologia della danza e etnomusicologia.

Nel suo lavoro, unico, al mondo, presenta l’eredità culturale, insegna e crea coreografie e costumi, fondendo lo stile classico con altri generi musicali (classica, jazz, danze balcane contemporanee).

È un’artista atipica che travalica i confini culturali e fisici, spingendo il suo corpo fino al raggiungimento dello stato di trance.

Tiene workshop in tutto il mondo, rivolti a chiunque abbia voglia di approcciarsi a questa pratica spirituale e ancestrale diffusa dalla Turchia all’Afghanistan per cui la danza rappresenta la ricerca dell’unione col divino.

#unadonnalgiorno

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