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Virginia Woolf

Virginia Woolf

Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.

Virginia Woolf è stata una delle scrittrici più importanti del XX secolo. I suoi lavori sono stati tradotti in oltre cinquanta lingue.

Eliminando la forma comune di dialogo diretto e la struttura tradizionale della trama, ha portato l’attenzione del romanzo al monologo interiore. Il tempo non viene concepito con una cronologia precisa, ma attraverso pensieri e ricordi suscitati dall’ambiente circostante.

Ha rappresentato lo scorrere del tempo in dodici ore La signora Dalloway del 1925, in pochi giorni Tra un atto e l’altro (uscito postumo nel 1941), in diversi anni Gita al faro (1927) o addirittura in tre secoli con Orlando del 1928.

Pioniera della narrazione attraverso il flusso di coscienza, la forma letteraria e stilistica era alterata dall’identità della figura, in uno scambio continuo e un’attenta corrispondenza tra l’esigenza psicologica e quella linguistica.

Il suo saggio Una stanza tutta per sé, del 1929,  decostruisce il linguaggio patriarcale in ambito letterario e sociale e ha ispirato il movimento femminista degli anni Sessanta e Settanta.

Nacque col nome di Adeline Virginia Stephen a Londra il 25 gennaio 1882 in una famiglia benestante, era figlia di Sir Leslie Stephen e Julia Jackson, entrambi precedentemente vedovi e con prole.

Allevata in un’atmosfera colta che ospitava spesso personaggi del mondo della cultura, manifestò presto la sua inclinazione letteraria, era una ragazzina quando, col fratello Toby diede vita a un giornale domestico, Hyde Park Gate News, una sorta di diario familiare in cui scrivevano storie inventate.

Fino al 1895, anno in cui sua madre morì, la famiglia passava l’estate in Cornovaglia, il luogo dei suoi ricordi più felici che influenzarono, successivamente, alcuni dei suoi scritti di maggior successo come La Stanza di Jacob, Al faro e Le Onde

La sua fu una tipica infanzia vittoriana, fatta di lezioni casalinghe, rispetto delle convenzioni, benessere e la sensazione costante che tutta la vita della casa e della numerosa famiglia ruotasse intorno alla madre, bella e distante. La morte precoce della donna, quando la scrittrice aveva tredici anni, le procurò un lungo periodo di depressione che rivelò i primi segni del disagio mentale che ha caratterizzato tutta la sua esistenza.

Dal 1897 al 1901, ha studiato storia e lettere classiche al King’s College. L’anno in cui fu ammessa agli studi universitari, morì anche la sorellastra, Stella. Questi eventi portarono al suo primo serio crollo nervoso.

Nel racconto autobiografico Momenti di essere e altri racconti ha raccontato che lei e la sorella Vanessa Bell avevano subito abusi sessuali da parte dei fratellastri George e Gerald Duckworth. Questo ha sicuramente influito sui frequenti esaurimenti nervosi, il disturbo bipolare e la psicosi che la portarono a diversi tentativi di suicidio.

Dopo la morte del padre, nel 1904, con cui aveva un rapporto conflittuale di amore e odio, lasciò, insieme al fratello Toby e alla sorella Vanessa la residenza di Hyde Park. La loro casa diventò il centro del famoso Bloomsbury Group, destinato a dominare per oltre un trentennio la cultura e la letteratura inglesi. Ogni giovedì sera vi si incontravano importanti intellettuali per discutere di politica, lettere e arte. Si parlava di arte, letteratura, sesso e al centro dei dibattiti finivano le definizioni di concetti come la bellezza, la verità e il bene. Spesso si metteva in discussione la morale corrente, in quanto il gruppo non tollerava la monarchia e, soprattutto, combatteva ogni discriminazione sull’orientamento sessuale e ogni distinzione tra uomo e donna.

Alimentata da quel clima di fervore intellettuale, dava ripetizioni serali alle operaie in periferia, si era avvicinata al movimento delle donne e scriveva le prime critiche letterarie per diversi giornali.

Nel 1912 sposò Leonard Woolf, teorico della politica. Tre anni dopo, ha pubblicato il suo primo romanzo La Crociera. Intanto il suo mal de vivre non la abbandonava, così come il desiderio di togliersi la vita.

Nel 1917 fondò, assieme al marito, la Hogarth Press piccola casa editrice che ha pubblicato gli scritti di Katherine Mansfield, Italo Svevo, Thomas Stearns Eliot e James Joyce.

Nel 1925 ha pubblicato Mrs Dalloway, in cui abbandona la struttura del romanzo tradizionale in favore della tecnica del flusso di coscienza e del monologo interiore.

Attiva nei movimenti femminili per il suffragio universale, si è sempre occupata del ruolo della donna nella società. Tema che si trova nel libro che ha tratteggiato la storia del femminismo moderno Una stanza tutta per sé, del 1929 e Le tre ghinee che approfondisce la figura dominante dell’uomo nella storia contemporanea.

All’amata scrittrice Vita Sackville-West ha dedicato il romanzo Orlando, del 1928, ambientato nell’epoca elisabettiana, che seguendo la vita del protagonista, che reca sia tratti femminili che maschili, si dipana in un arco temporale che va dal XVI al XX secolo. Nelle recensioni dell’epoca l’opera brillava soprattutto per l’uso innovativo dell’elemento temporale, oggi brilla nel suo essere il primo manifesto della fluidità di genere. Una critica alle etichette e alle limitazioni stabilite dai pregiudizi che promuove l’idea che l’identità di genere non debba essere determinata dal sesso biologico, eleggendo la realtà androgina allo stato più naturale delle cose. Attraverso questa opera ha sottolineato come ciò che rende un uomo tale agli occhi della società sia il potere che possiede dalla nascita, mentre una donna è caratterizzata solo dalla mancanza di quel potere, economico, culturale e fisico.

Nell’estate del 1940 ha pubblicato l’ultima opera Tra un atto e l’altro.

Mentre i disturbi mentali continuavano a tormentarla, era sempre più sopraffatta da crisi di ansia e insicurezza.

La Seconda Guerra Mondiale peggiorò le sue paure, vedeva la disintegrazione del mondo che la circondava e cominciava a sentire voci nella sua testa. Temendo di impazzire, decise di togliersi la vita. Si riempì le tasche di sassi e si lasciò annegare nel fiume Ouse, il 28 marzo 1941, aveva 59 anni.

Virginia Woolf, come James Joyce e altri suoi contemporanei, ha adottato le nuove tecniche narrative dei primi decenni del XX secolo.

Rifiutando le tecniche narrative convenzionali, era più interessata al tempo psicologico, alla vita della mente dei personaggi, dove passato, presente e futuro si sovrappongono in un flusso continuo reso attraverso flashback, associazioni di idee, impressioni ed emozioni temporanee.

Ha esplorato temi tipici del romanzo modernista come l’ansia, la crisi, le difficoltà di comunicazione e temi che la toccavano profondamente come la solitudine, la distinzione tra sogno e realtà, la malattia mentale e i pregiudizi nei confronti delle donne che impedivano loro di esprimere la propria identità.

È stata la scrittrice che ha inaugurato una nuova epoca, cambiato la narrazione e trattato, per prima e così a fondo, temi inerenti alla condizione femminile. Ha ispirato un modo differente di scrivere. Conosciuto e vissuto profondamente lo slancio e la caduta che ha riportato con intelligenza e verità, mettendosi completamente a nudo. Il suo fascino e personalità travalicano lo spazio temporale, incantando ancora chi la incontra nella lettura.

#unadonnalgiorno

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