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Barbara Kruger artista icona dei diritti delle donne

Barbara Kruger artista icona dei diritti umani

Barbara Kruger rappresenta un importante punto di riferimento per l’arte schierata a favore dei diritti civili.

I suoi messaggi fanno riflettere su temi politici e sociali e sui luoghi comuni della società moderna.

Nel 2020 è stata eletta tra i cinque personaggi più influenti dell’anno dal New York Times.

Lavora su argomenti della vita quotidiana che hanno un enorme impatto psicologico, dal consumismo alla definizione della bellezza da copertina.

Con i suoi manifesti ha trasformato i muri di New York in lavagne della comunicazione attiva.

La sua opera d’esordio, e ancora la più famosa, è Your body is a battleground, realizzata per il movimento femminista che stava prendendo piede proprio durante quegli anni. Una locandina diventata la rappresentazione grafica più associabile alla lotta pro-aborto. Era talmente coinvolta nella causa che ha affisso di notte la sua opera per tutta New York aiutata dai suoi studenti d’arte.

Dall’inizio degli Anni Novanta, Barbara Kruger è l’artista-icona dei diritti delle donne.

Famosa la sua copertina del New York Magazine in cui c’è il volto di Trump con la dissacrante scritta loser come protesta nei riguardi delle sue dichiarazioni misogine.

I suoi lavori sono ospitati in numerose gallerie e musei internazionali.
Le sue opere hanno accompagnato anche le proteste in nome di George Floyd.
È soprattutto la donna ad avere un ruolo principale nel suo discorso artistico.
Barbara Kruger ha cercato di sgretolare i messaggi tradizionali dei cartelli pubblicitari. No alla donna eterea, perfetta e sì alla libera scelta.
Ha spogliato il matrimonio della sua pressione sociale dichiarando che è possibile vivere una vita fuori dallo schema madre-moglie-casalinga; tappezzare una città con pensieri rivoluzionari; avere delle ispirazioni e, soprattutto, non stare al servizio di virilità, possessività, supremazia e potenza.
Per prima ha utilizzato il messaggio breve che, conciso ma intenso, rispetta tutti i canoni della narrazione contemporanea.
Le sue opere possono essere considerate una forma di marketing senza brand.
La sua comunicazione è un’arma che cerca di annullare il dominio.
I suoi sono lavori diretti che evocano una risposta immediata. Spesso si avvale di immagini di donne recuperate da pubblicità su riviste o giornali, a cui aggiunge brevi testi che ne sovvertono il senso.
L’uso delle immagini in bianco e nero, il font e la scelta dei colori hanno creato uno stile originale e facilmente riconoscibile. 

Nata a Newark, il 26 gennaio  del 1945, ha frequentato la Syracuse University e studiato arte e design con Diane Arbus alla Parson’s School of Design di New York. È stata graphic designer, art director e picture editor di numerosi pubblicazioni importanti.

Dopo aver lavorato nel campo della moda, negli anni Ottanta si è accorta di avere molto da dire, e ha portato una nuova concezione del modo di fare arte.

Attualmente insegna alla California University.

All violence stereotype“, “The innocent. Have nothing to fear“, “Who does she think she is?” e ancora “We don’t need another hero“, “Is this my only purpose?“, “Adorn your prison“, sono alcuni degli slogan delle sue opere utilizzati poi nella narrazione del nuovo transfemminismo intersezionale.

Barbara Kruger non smette di realizzare opere che raccontano l’altra faccia della medaglia, quella femminile.

#unadonnalgiorno

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