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Birgit Jürgenssen e l’avanguardia femminista

Birgit Jürgenssen

Birgit Jürgenssen, importante e sofisticata interprete dell’avanguardia femminista internazionale.

Fotografa, pittrice, grafica e curatrice austriaca specializzata in body art, ha anche insegnato all’Università di Arti Applicate e all’Accademia di Belle Arti di Vienna.

Timida e provocatrice, è scesa in campo in prima persona nell’esplorazione della fisicità e della condizione femminile. I suoi autoritratti e serie di foto, rivelavano eventi legati alla vita quotidiana di una donna nelle sue varie forme, comprese atmosfere intrise di paura e di pregiudizi. 

Nata a Vienna il 10 aprile 1949, già a 8 anni disegnava immagini di Pablo Picasso in un quaderno. Firmava queste creazioni con il nome Bicasso Jürgenssen, inaugurando in maniera inconsapevole una pratica di appropriazione che eserciterà per tutta la vita. All’età di 14 anni aveva ricevuto la sua prima macchina fotografica e cominciato a sperimentare la fotografia su se stessa e su piccoli oggetti che aveva creato in precedenza.

Oltre ai suoi precoci stimoli creativi, ebbe da subito anche uno spiccato interesse per la letteratura e la dimensione ludolinguistica. Gli interessi letterari furono affiancati, negli anni, a un interesse per l’antropologia, che l’ha condotta a lavorare sui miti, sulla maschera e sull’idea del feticcio. 

Laureata all’Università di Arti Applicate di Vienna nel 1971, la sua tesi, “zipfeln” (un portfolio di 42 disegni), ricevette il Premio del Ministero della Pubblica Istruzione austriaco e il Premio Wolfgang Hutter.

Dalla fine degli anni ’60, le sue diverse forme d’arte fotografica hanno ruotato attorno al corpo femminile e alla sua trasformazione.

Immagini dissacranti e ironiche in cui si intravedono frammenti del suo corpo in un gioco di proiezioni e rimandi che svelano l’universo femminile, partendo dalla dimensione puramente esteriore e estetica per arrivare a quella interiore e psicologica. Il corpo esposto non è stato mai ostentatamente esibito, piuttosto celato e poi svelato attraverso l’uso di maschere, inserti, materiali naturali, quasi delle estensioni, o protesi, utili a scandagliare le profondità psicologiche e emotive del femminile.

Un’ironia a tratti malinconica, a tratti caustica, è il filo che percorre tutta la produzione di questa artista anomala, che rifuggiva dalle categorizzazioni, rimanendo defilata rispetto alla scena dell’arte del tempo.

Pienamente attiva a partire dagli anni ‘70, Birgit Jürgenssen ha scelto la strada del mimetismo per lasciare spazio a una molteplicità di linguaggi e privilegiare l’indagine all’insegna della libertà formale e di una decisa autonomia stilistica.

Determinata ad affermarsi come donna artista in un ambiente quasi esclusivamente maschile, ha cercato sempre il confronto con artiste e colleghe. Nel 1988 ha fondato il gruppo DIE DAMEN, attivo fino al 1996.

La sua è stata una ricerca polarizzata intorno ai due grandi temi del genere e della natura, che si sono susseguiti in un dialogo serrato di confronto e reciproca contaminazione.

I luoghi comuni sulla donna sono stati presi e ribaltati con un’ironia pungente e sagace, che ha mostrato la casa come una gabbia da cui è impossibile scappare.

Raffinata interprete delle istanze del suo tempo, Birgit Jürgenssen ha attinto ai linguaggi del surrealismo per trattare convenzioni sociali, sessualità, canoni di bellezza e rapporti tra i sessi con un linguaggio ironico e un umorismo sovversivo.

Il corpo, col tempo ha preso il posto della voce e l’immagine della parola. Nel rimescolamento di codici, simboli, funzioni, la visione dell’artista e della donna si è fatta portatrice di altre storie, altre proposte di relazione con le cose, la gerarchia dei ruoli e dei significati ha perso le proprie fondamenta e le immagini sono state liberate dai vincoli.

Birgit Jürgenssen ha lasciato la terra l’11 settembre 2003.


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