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Ngozi Okonjo-Iweala prima donna a capo del WTO

Ngozi Okonjo-Iweala
BERLIN - MAY 15: Former Nigerian Finance Minister Ngozi Okonjo-Iweala looks on during a news conference after the presentation of DATA (Debt AIDS Trade Africa) report 2007 at the dbb forum on May 15, 2007in Berlin, Germany. U2 frontman Bono, founder of DATA (Debt AIDS Trade Africa) spoke to the media prior to the G8 summit that will take place in northern Germany next month on 6 to 8 June. (Photo by Andreas Rentz/Getty Images)

Ngozi Okonjo-Iweala, economista nigeriana naturalizzata statunitense, è la prima donna e la prima africana a guidare la World Trade Organization, l’Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO).

Assumerà l’incarico il primo marzo 2021, il suo mandato scadrà il 31 agosto 2025.

Ngozi Okonjo-Iweala è nata a Ogwashi Ukwu il 13 giugno 1954, nigeriana di nascita è naturalizzata statunitense dal 2019.

Nel 1981 ha conseguito una laurea a Harvard e un dottorato al Mit di Boston.

Per quattro anni consecutivi, la rivista Forbes l’ha inserita tra le cento personalità più importanti al mondo, mentre il Times nella sua classifica dei cento volti più influenti sul pianeta.

Okonjo-Iweala è stata la prima donna a diventare ministra delle finanze in Nigeria, carica ricoperta per due volte, dal 2003 al 2006 e dal 2011 al 2015 e poi prima donna agli Esteri. Durante questo periodo ha lavorato per cancellare il debito di 30 miliardi del suo paese nei confronti del Club di Parigi, un gruppo che comprende le 22 economie più forti al mondo con l’obiettivo di rinegoziare il debito pubblico dei paesi nel Sud del mondo, riuscendo nel suo intento.

Per le sue politiche neoliberiste è stata, insieme all’allora presidente Goodluck Jonathan, al centro della protesta Occupy Nigeria nel 2012, quando la popolazione è insorta per la rimozione dei sussidi statali per il carburante. Di fatto il debito è stato cancellato e, oggi, la Nigeria è la prima economia del continente africano, ventiseiesima nel mondo. Durante gli anni da ministra, ha condotto anche una lotta serrata alla corruzione, vinta modernizzando i sistemi di gestione finanziaria e imponendo la pubblicazione dei conti pubblici, per cui ha dovuto pagare un pegno personale elevato.

Nel suo libro “Fighting Corruption Is Dangerous”, del 2018, si legge che sua madre è stata rapita e per il suo rilascio sono state pretese le sue dimissioni.

Ha lavorato per venticinque anni nella Banca Mondiale (tra il 2007 e il 2011 è stata amministratrice delegata), era stata anche candidata come presidente. Fa anche parte dei consigli di amministrazione di Twitter e Standard Chartered, è anche consulente della Asian Infrastructure Investment Bank.

Fino a poco tempo fa, era nel direttivo di GAVI, organizzazione internazionale che distribuisce vaccini ai paesi poveri.

È stata inviata dell’Unione africana per la pandemia di Covid-19.

Donald Trump si era rifiutato di appoggiare la sua nomina. Joe Biden, invece, le ha dato la fiducia.

Si è presentata alla stampa via Zoom a causa delle misure imposte per la pandemia.

La sua elezione arriva in un momento cruciale per l’economia mondiale. Dovrà provare a agevolare la diffusione dei vaccini, contrastando le restrizioni alle esportazioni e incoraggiandone la realizzazione in più Stati, normare l’e-commerce e l’economia digitale. 

Nelle sue prime parole da direttrice generale ha ribadito la necessità di garantire accesso universale ai vaccini e alle cure contro il Covid-19, impegnandosi a mettere l’organizzazione al servizio della ripresa dall’emergenza economica e sanitaria.

Tutto il pianeta le augura un buon lavoro all’insegna dell’equità tra tutti i paesi del mondo. Si spera che la fiducia che l’Africa, e non solo, sta riponendo sulla sua nomina sia ben ripagata.

#unadonnalgiorno

 

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