Volevo capire cosa comportasse questa rivoluzione nel quotidiano delle persone.
Avevo tanti interrogativi sul ruolo delle donne, su cui non si trovavano tante informazioni.
Insieme ad altri giovani abbiamo deciso di dare il nostro contributo per rispondere a queste domande, che non eravamo gli unici a porci.
Volevo anche portare una solidarietà concreta per la gratitudine che avevamo nei confronti della rivoluzione confederale, perché se oggi possiamo andare in giro senza il timore di un attentato dello Stato islamico è grazie a loro e a nessun altro.
Parliamo di giovani donne e uomini come noi, nulla più nulla meno, che hanno protetto anche la nostra incolumità.
Questo meritava senz’altro riconoscenza e rispetto.
Ciò che accade lì è sicuramente una prospettiva migliore e necessaria rispetto alla distruzione in cui versiamo ora.
Maria Edgarda Marcucci, Eddi, rischia la sorveglianza speciale dopo essere rientrata in Italia al termine di nove mesi nella regione siriana del Rojava.