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Hyuro

Hyuro, street artist

Tamara Djurovic in arte Hyuro è stata una grande protagonista dell’arte urbana internazionale. Ha riempito di donne i muri delle città di mezzo mondo.

Nata a Buenos Aires nel 1974, è prematuramente scomparsa il 19 novembre 2020 a causa di una leucemia. Ha iniziato a dipingere sui muri a Valencia, in Spagna, dove si era trasferita per un master al politecnico.

Il suo primo murale risale al 2010, dipinto in maniera clandestina, successivamente ha partecipato a festival, rassegne e ha tenuto mostre in gallerie d’arte in giro per il mondo.

Ha rappresentato, attraverso la sua arte, dei veri e propri dialoghi interiori con messaggi immediati e compresi. Nessuna figura complessa o artificiosa, immagini pulite, essenziali, figure immobili, in bianco e nero, in cui il quasi totale annullamento del colore ne amplifica il messaggio.

Le sue figure sono quasi sempre femminili, spesso senza testa, per lasciare libera interpretazione a chi le guarda. Sono donne sole, usate, comprate, lacerate sotto il nome di un dovere imposto da religioni o tradizioni.

L’arte di Hyuro, coinvolge e contiene l’ennesima flebile speranza di un mondo in cui essere donna è avere il rispetto e la libertà di vivere ognuna secondo la propria scelta.

Nel 2018 ha creato, per il Nuart Aberdeen Festival, un murale raffigurante due gemelli in lotta costretti nella stessa maglietta, che rappresentavano le tensioni politiche tra Scozia e Inghilterra. Sono co-dipendenti ma cercano di separarsi.

Ha lasciato suoi lavori in giro per tutta Europa, soprattutto in Spagna, ma anche in Argentina, Brasile, Messico, Stati Uniti, Marocco e Tunisia.

Hyuro è stata un’Artista della Verità. Con grande coraggio ha mostrato una femminilità cruda con cui fare i conti. Le contraddizioni dell’essere madre, la repressione del femminile, l’autodeterminazione, la violenza, sono soltanto alcuni dei temi toccati dalle opere di questa pittrice, che ha raffigurato perfettamente l’assunto “il personale è politico”.

Non ha temuto di mostrare la realtà, non decorava e non si nascondeva dietro cromie rassicuranti e patinate. Alcuni suoi potenti murales in Sud America, hanno raffigurato il ruolo che la criminalizzazione dell’aborto gioca nel tasso di morte prematura delle donne.

A Villareal ha dipinto un muro in sfida diretta contro il sistema giudiziario spagnolo a seguito della delegittimazione per violenza sessuale.

Tamara Djurovic ci ha lasciato presto, avrebbe avuto ancora tanto da raccontare.

Ha riportato, nelle sue opere, il suo vivere e sentire il mondo che la circondava senza paura di mettersi a nudo sui muri del mondo.

#unadonnalgiorno

 

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