Io sono nato qui, dove la pioggia lava il sangue dalle mura. Dove il coraggio non uccide la paura. Maldestro, cantautore partenopeo.
La donna di oggi è semplicemente straordinaria. Ha dimostrato, con la sua vita e il suo esempio coraggioso, che si può sempre scegliere. Una donna normale, una vera eroina. È la mamma di Maldestro.
Si chiama Michela, da giovanissima sposa un operaio di Scampia, dal quale ha due figli. A causa del parto, rimane cieca.
Ben presto, scopre di essersi ritrovata moglie di un malavitoso. Dopo la decisione del marito di seguire i fratelli ed entrare nel clan, divorzia e decide di crescere i figli lontano dal padre.
Per mantenere i figli comincia a pulire le scale dei palazzi e da cieca non è cosa semplice, ma lo fa con doppio impegno, pur di non dipendere dai soldi della camorra.
Successivamente, riesce a studiare dattilografia e viene assunta in una caserma, vicina al carcere di Poggioreale, a pochi metri da dove è imprigionato l’ex marito.
L’uomo, ex capoclan della camorra, ancora in galera e collaboratore di giustizia (boss anomalo, lo chiamavano «il poeta») ogni tanto ha fatto gesti eclatanti, come una volta che, per la befana, fa arrivare un camion pieno di giocattoli ai figli. Lei, in tutta risposta, li prende e li distribuisce ai bambini poveri del quartiere.
Suo figlio Antonio, poi diventato Maldestro, cresciuto mentre lei gli suonava il pianoforte, tra musica e teatro, partecipa al Festival di Sanremo nel 2017, nelle nuove proposte, è l’unico presentato da un’etichetta indipendente. Si classifica secondo.
Michela, non potendolo vedere, voleva immaginarlo mentre cantava, così, durante le prove, si è fatta portare sul palco dell’Ariston e Carlo Conti, le ha fatto toccare i microfoni, le quinte, gli strumenti…
Il suo coraggio ha ucciso la paura.