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Laura Corradi e il femminismo delle zingare

Laura Corradi. Il femminismo delle zingare. Intersezionalità, alleanze, attivismo di genere e queer.

Sono una traveller, attivista e studiosa, impegnata nei movimenti femministi, queer e deep ecology, contro la guerra e il razzismo, per la salute e i diritti sociali.

Con un passato come operaia in fabbrica, ho studiato da autodidatta, conseguendo il diploma di maturità all’età di 22 anni. Laureata a Padova in Scienze Politiche, ho svolto ricerca-azione sulla salute delle lavoratrici, sulla prevenzione di patologie cancerose, respiratorie, legate al degrado ambientale, nelle comunità etniche a basso reddito, tra rifugiati/e e in contesti indigeni.

Ho preso un dottorato in sociologia alla University of California di Santa Cruz, e insegnato Feminist Theory e Sociology of Sexualities.

Qui ho imparato l’attraversamento cross cultural e delle barriere disciplinari, la pedagogia non autoritaria e l’importanza di intersecare variabili di classe, genere, razza/etnia/cultura, età, orientamenti sessuali, religione, status e diverse abilità, nella ricerca sociale.

Queste sono le parole che Laura Corradi, docente di Sociologia all’Università della Calabria, dove insegna Studi di genere e metodo intersezionale.

Nel 2018, ha pubblicato la traduzione italiana di Il femminismo delle zingare. Intersezionalità, alleanze, attivismo di genere e queer.

Un volume che nasce dall’urgenza di richiamare l’attenzione sui nuovi fenomeni sociali, poco conosciuti in Europa e quasi inesistenti in Italia: l’attivismo di genere e le lotte femministe nelle comunità zingare.

Consapevole che in Italia l’Unar (Ufficio Nazionale contro il Razzismo) vieta l’uso di questo termine lo assume volutamente “come espressione di fiducia verso il potenziale sovversivo di ri-significazione delle parole inteso come atto politico in divenire”.

Le Zingare oggi, si trovano in un difficile intreccio tra razzismo e povertà che colpisce tutta la comunità e sessismo che le colpisce direttamente. Per rompere questo cerchio, propone un approccio intersezionale in grado di fare i conti con l’oppressione di classe, di genere, e di razza, che sappia mettere in luce le diverse tipologie di discriminazione di cui sono oggetto.

La comunità zingara rimane la più demonizzata d’Europa, soggetta a costanti e ripetute stereotipizzazioni, assurta a capro espiatorio a causa delle politiche neo-liberali e della crisi economica.

L’anti-zingarismo è l’unica forma di razzismo socialmente accettata in Europa.

#unadonnalgiorno

 

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