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Ljudmila Ulickaja

Ljudmila Ulickaja scrittrice russa

Ljudmila Ulickaya, scrittrice e sceneggiatrice, è una delle più apprezzate interpreti della letteratura russa contemporanea. 

Definita una leggenda letteraria vivente, i suoi libri, quasi tutti bestseller, narrano eventi storici ambientati nella quotidianità. Tende a sottolineare i valori morali, mantenendo una posizione neutrale. Le sue protagoniste sono sempre donne dal carattere forte, logico e razionale.

Tra le opere tradotte in italiano ci sono Le bugie delle donne, Medea, Funeral Party, Una storia russa e Tra corpo e anima del 2020.

I suoi libri sono stati tradotti in 25 lingue. Insignita di numerosi prestigiosi premi letterari, è stata nominata per l’International Booker Prize e ha ricevuto la Legion d’Onore francese.

Per molti anni ha diretto la sezione letteraria del Teatro da Camera Ebraico di Mosca. Fa parte del Parlamento Culturale Europeo.

È stata la prima donna a vincere il premio Russkij buker nel 2001.

Nata a Davlekanovo, il 21 febbraio 1943, si è laureata in genetica all’Università di Mosca.

Dopo aver lavorato per due anni all’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica, venne licenziata con l’accusa di aver diffuso libri proibiti. Seguì un periodo duro, aggravato da un divorzio e dalla difficoltà di mantenere i figli da sola.

Negli anni ottanta è iniziata la sua carriera letteraria, stimolata dall’impiego come direttrice e sceneggiatrice presso il Teatro Ebraico di Mosca. Appartiene a quella piccola cerchia di intellettuali nati con religione ebraica e poi convertitisi al cristianesimo.

La sua prima pubblicazione comparve nella rivista russa Ogonëk nel 1990. Nello stesso anno ha sceneggiato il film Le sorelle della libertà, diretto dal regista Vladimir Grammatikov.

Nel 1992, il suo primo romanzo breve, Sonečka ebbe un grande successo.

Nel 2001 ha vinto il Russian Booker Prize con il romanzo Il dono del dottor Kukockij. Un maestoso romanzo che ripercorre uno dei periodi più drammatici della storia russa, dall’epoca staliniana fino agli anni Sessanta del Novecento.

Del 2006 è Daniel Stein, traduttore, romanzo sull’olocausto e sulla necessità di una riconciliazione tra ebraismo, cristianesimo e islamismo. 

Un’altra grande tematica che affronta è rappresentata dalle persecuzioni patite, dopo la seconda guerra mondiale, da numerosi membri dell’Intelligencija, critici nei confronti del regime sovietico. 

Molto attiva socialmente, collabora con varie organizzazioni umanitarie.

Il 28 aprile 2016 a Mosca, mentre si recava a un appuntamento dell’associazione Memorial, nata per identificare le vittime delle repressioni staliniane, è stata aggredita per strada da un gruppo di nazionalisti russi.

Da anni si batte per la tutela della libertà d’espressione in Russia e si è sempre opposta a Vladimir Putin.

Il 24-25 aprile 2014 ha partecipato al congresso Dialogo Russia-Ucraina, tenutosi a Kiev, con l’intento di riavvicinare i due stati, criticando la politica di Putin nei confronti dell’Ucraina.

Fa parte del consiglio di amministrazione di Вера un fondo a scopo benefico per l’assistenza ai centri ospedalieri di Mosca.

#unadonnalgiorno

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