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Maria Bakunin

Maria Bakunin scienziata

Maria Bakunin è stata una scienziata che ha apportato un importante contributo nell’ambito della chimica applicata.

Nata a Krasnojarsk, in Siberia, il 2 febbraio 1873, era la figlia terzogenita del filosofo rivoluzionario Michail Bakunin e di Antonia Kviatovoska, figlia di un deportato politico polacco.

Trasferitisi in Svizzera dopo la morte del padre, nel 1876 si stabilirono a Napoli dove Maria, chiamata confidenzialmente Marussia, ha trascorso la giovinezza, in un contesto ricco di stimoli intellettuali.

Appassionata di scienza, a 17 anni, quando era ancora al liceo, divenne “preparatrice” presso l’Istituto di Chimica di Napoli dove, nel 1895, si è laureata con una tesi sulla stereochimica. Suo relatore era il chimico Agostino Oglialoro Todaro, che l’anno successivo divenne suo marito.

Dal 1906 è stata docente di chimica organica presso la Scuola Superiore Politecnica di Napoli. Dopo l’eruzione del Vesuvio condusse un’approfondita analisi chimica dei materiali espulsi dal vulcano.

Poco tempo dopo, quando il governo italiano le chiese di partecipare alla realizzazione di una carta geologica d’Italia, la scienziata ebbe modo di visitare diverse aree del territorio e studiare le caratteristiche chimico-biologiche del suolo.

Ha elaborato un metodo originale per ottenere la ciclizzazione, reazione chimica ottenuta utilizzando l’anidride fosforica.

Il suo interesse si era concentrato soprattutto sugli scisti bituminosi, particolari rocce sedimentarie da cui è riuscita a far estrarre l’ittiolo, un catrame minerale di origine organica che, sottoposto a lavorazione, viene utilizzato per il trattamento di malattie dermatologiche che fece produrre nei Monti Picentini, nel salernitano.

Maria Bakunin è stata ordinaria di chimica tecnologica applicata dal 1912 presso la Scuola Superiore Politecnica di Napoli, prima donna della storia italiana a ricoprire questo incarico.

Nel 1914 venne incaricata dal ministro Francesco Saverio Nitti di condurre una ricerca sul sistema educativo di Belgio e Svizzera. Dal suo resoconto, traspare l’idea che una buona formazione professionale possa avvenire solo in un Paese con un sistema educativo solido e ben finanziato.

Ha fatto parte della Società Nazionale di Scienze Lettere e Arti in Napoli ed è stata presidente dell’Accademia delle scienze fisiche e naturali, di cui ricoprì la presidenza dal 1932 e nel 1952. Fu anche nella Società dei Naturalisti in Napoli dal 1922 e nell’Istituto d’Incoraggiamento di Napoli.

Rappresentava un punto di riferimento per il mondo scientifico, accademico e intellettuale della città e di tutta la nazione. La sua passione per la cultura e la scienza andò di pari passo col suo impegno umanitario.

Tra le varie attività filantropiche portate avanti, va ricordata quella a favore degli studenti affetti da tubercolosi.

Per le sue “alte qualità scientifiche e morali”, nel 1944 venne nominata presidente della prestigiosa Accademia Pontaniana. Nel 1947, entrò a far parte dell’Accademia dei Lincei, prima donna membro di questa istituzione nella classe delle scienze fisiche, matematiche e naturali.

Ha insegnato fino al 1948, all’età di 75 anni. L’anno successivo venne insignita del titolo di professoressa emerita.

È morta a Napoli il 17 aprile 1960.

Al di là dei grandi meriti scientifici, Maria Bakunin è stata una donna libera e un’intellettuale indipendente. Nel 1938, quando il nipote Renato Caccioppoli – giovane matematico, figlio di sua sorella Sofia – fu arrestato per propaganda antifascista, riuscì a salvarlo dal carcere facendo credere che fosse incapace di intendere e di volere.

Il 12 settembre 1943, durante l’incendio dell’Università di Napoli da parte dei soldati tedeschi, si sedette sui gradini della biblioteca e rimase immobile finché le truppe si ritirarono. 

Una donna incredibile, tenace, illuminata che ha speso tutta la sua lunga vita coltivando il suo amore per la scienza e per l’umanità. Notevole il suo contributo in tanti campi della conoscenza.

 

#unadonnalgiorno

 

 

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