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Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri poeta e drammaturga

Dobbiamo diventare ciò che amiamo. Essere poeta è una vocazione, prima che un’arte o un mestiere, e questo significa anche un perenne tormento, una perenne nostalgia, perché i momenti fecondi sono rari e si vive piuttosto una frequente aridità. Si è a casa solo nella parola.

Mariangela Gualtieri, poeta e drammaturga, è una delle voci più apprezzate della scena contemporanea.

Nata a Cesena nel 1951, si è laureata in Architettura allo IUAV di Venezia.

Nel 1983, insieme a Cesare Ronconi, ha fondato il Teatro Valdoca, compagnia di ricerca e sperimentazione tra le più affermate in Italia.

All’inizio prendeva parte agli spettacoli come attrice, solo successivamente ha scoperto la sua vocazione poetica e drammaturgica.

Dopo inquietudini e viaggi in solitaria, residenze artistiche all’estero, c’è stato l’incontro con il poeta Milo De Angelis che, nel 1985, ha dato vita a una Scuola di Poesia, che l’ha messa in contatto con i maggiori poeti e poete italiane. È stato così che Mariangela Gualtieri ha cominciato a scrivere versi, sospendendo il ruolo di attrice e assumendo quello di drammaturga, mentre Cesare Ronconi ha affiancato alla regia una ininterrotta attività pedagogica e di formazione.

Ha firmato la sua prima drammaturgia poetica nel 1991 con Antenata, nata dal ‘vivo delle prove’. Da quel momento in poi, ha scritto ‘a ridosso della scena’ tutte le successive produzioni. Ogni opera della Valdoca rappresenta anche la genesi di un inedito testo di Mariangela Gualtieri che prende vita nel fuoco delle prove e sotto la suggestione dei vari e delle varie interpreti.

Il tratto più caratteristico della poetica di Valdoca è dato dall’epicità dei suoi attori, sempre tesi verso il sovrumano e il sub-umano, fra eroe e divinità da un lato, animalità, infanzia e deformità dall’altro, nella rinuncia alla narrazione, ai temi sociali, all’attualità e alla cronaca.

Nei lavori di Mariangela Gualtieri c’è il raccoglimento, la cura del dettaglio, l’equilibrio delle ombre e dei suoni. Tutto nelle sue parole è pacato, lieve e calmo. Nelle sue opere ha spesso accentuato l’aspetto della “inadeguatezza della parola“.

La sua poesia celebra la natura e le sue forze arcaiche che vi riecheggiano. La presenza di piante, la pioggia e l’acqua, gli animali e gli insetti, il ritmo delle stagioni e la potenza della primavera, la terra, il cielo, i fiori, le particelle e i semi, tutti elementi essenziali per conoscere ed entrare in contatto con il mondo in cui viviamo.

La consapevolezza dello spazio che si occupa nel mondo e dell’esser parte di qualcosa di immenso e indicibile ricorre nei versi di Mariangela Gualtieri, dove la possibilità della parola di raccontare, si scontra con il silenzio e i limiti del linguaggio.

Fin dall’inizio, si prende cura della consegna orale della poesia – con letture di versi in Italia e in vari paesi del mondo – dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo.

Svolge anche una continua attività pedagogica con laboratori di scrittura e di lettura di versi al microfono.

Tanti i suoi testi pubblicati e poi ristampati negli anni come: Antenata, Fuoco Centrale, Senza polvere senza peso, Sermone ai cuccioli della mia specie, Paesaggio con fratello rotto, Bestia di gioia, Caino, Le giovani parole, Voci di tenebra azzurraQuando non morivoA braccia aperte, L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia.

La mia è un’urgenza espressiva. La poesia è la più meravigliosa di tutte le arti e forse anche la più povera. Non ci sono potentati che fanno affari con la poesia. E in questo mondo che ha posto il denaro al centro, la potenza della poesia risuona come accadimento miracoloso.

#unadonnalgiorno

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