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Lyudmila Pavlichenko. Lady Death

Lyudmila Pavlichenko, soprannominata Lady Death, la prima cecchina della storia

A volte la storia trascura dei personaggi che l’hanno fatta, soprattutto se si tratta di donne.

Un nome che sicuramente in pochi conosceranno è quello di Lyudmila Pavlichenko, soprannominata Lady Death, la prima cecchina della storia, una delle più brave dell’epoca, che ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale nell’Armata Rossa.

È stata la più veloce e abile tiratrice scelta sovietica della storia. Assegnata alla 25* divisione fucilieri dell’Armata Rossa, a seguito dell’invasione nazista dell’Unione Sovietica nel 1941, eliminò 309 soldati nazisti, tra cui 36 tiratori scelti. Nel 1943 ricevette la stella d’ oro di eroe dell’Unione Sovietica. Divenne anche l’immagine sui poster dell’Armata Rossa.

Lyudmila Pavlichenko ha combattuto nell’esercito quando ancora alle donne non era permesso accedere alle cariche militari.

Era un’osservata speciale per i tedeschi che erano al corrente delle sue mosse, tanto che minacciarono di ucciderla e farla in 309 pezzi, il numero esatto dei soldati nazisti che aveva eliminato.

Non fu l’unica donna a far parte dell’Armata: è ben nota la squadra femminile di tiratrici scelte di cui l’Unione Sovietica si dotò e che uccise, si stima, circa 12.000 nemici. Lei era comunque una delle migliori e una delle poche sopravvissute: delle 2000 franco tiratrici, solo 500 riuscirono a vedere la fine della guerra.

Partecipò ad alcune delle battaglie più decisive del conflitto mondiale, come la Battaglia di Sebastopoli e quella di Odessa in cui uccise rispettivamente 187 e 257 nemici tedeschi.

La maggioranza maschile dell’ambiente in cui si trovava non la scoraggiò: anzi, la incitò ad esercitarsi molto per dimostrare a tutti che anche le donne possono riuscire nel campo militare.

Il fatto di essere donna non condizionò gli ufficiali russi nel darle anche gli incarichi più duri e pericolosi: per un periodo ebbe il ruolo di attaccare frontalmente il nemico, una delle azioni più rischiose. Nonostante tutto, la soldata dimostrò di resistere fisicamente e mentalmente anche le pressioni più forti: il suo duello più lungo durò tre giorni, al termine del quale fu lei a uscirne vincitrice.

Fu proprio uno scontro a fuoco l’ultima occasione per Lyudmila Pavlichenko di prestare servizio per la sua patria: una scheggia la colpì all’occhio e fu sollevata dal suo ruolo. Finì ad allenare le leve.

Il suo ruolo si rivelò cruciale per la sconfitta del nazismo e venne riconosciuto anche dal presidente americano Roosevelt.

Fu la prima cittadina sovietica a far visita alla Casa Bianca dopo la guerra: qui strinse una sincera amicizia con Eleanor Roosevelt, la first lady americana, che durò decenni.

Lyudmyla Pavlichenko, nonostante si sia rivelata decisiva per la fine della Guerra e la sconfitta del nazismo, non viene ricordata come dovrebbe.

#unadonnalgiorno

 

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