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Bridget Bate Tichenor

Bridget Bate Tichenor

Bridget Bate Tichenor è stata una pittrice surrealista, autrice di arte fantastica e creatrice di moda.

Dopo anni di mondanità tra Europa e Stati Uniti, in cui è stata indossatrice, stilista, redattrice di Vogue, modella di Man Ray, e di tanti altri celebri fotografi, tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta, si unì al gruppo di artiste della scuola del realismo magico che emigrarono in Messico, paese che divenne sua patria d’elezione.

Nata Bridget Bate a Parigi, il 22 novembre 1917, era figlia di Frederick Blantford Bate, giornalista statunitense della NBC e dell’inglese Vera Nina Arkwright. Di nobili origini da parte materna, era imparentata con molte famiglie dell’aristocrazia europea.

Trascorse la giovinezza in Inghilterra e poi in Italia, dove la madre si era risposata. A 16 anni, a Parigi, fu modella per Coco Chanel, di cui la madre curava le pubbliche relazioni con le famiglie reali d’Europa. Visse tra Roma e Parigi dal 1930 al 1938.

A Londra frequentò la Scuola d’arte Slade. 

Nel 1939 sua madre, per scongiurare la minaccia della imminente guerra, la convinse a sposare a uno statunitense da cui ebbe un figlio, che crebbe col padre. 

Furono anni in cui spopolò a New York, abitava in un appartamento all’Hotel Plaza, indossa vestiti creati apposta per lei, frequentava l’alta società e faceva stragi di cuori, anche la scrittrice Anaïs Nin ne subì la fascinazione.

Dopo il divorzio dal primo marito ha abitato nell’Upper East Side con Peggy Guggenheim prima di risposarsi con Jonathan Tichenor, nel 1945.

Alla fine degli anni Quaranta si unì a un gruppo di artiste del surrealismo e del realismo magico in partenza per il Messico e lì decise di stabilirsi definitivamente nel 1953 lasciandosi alle spalle il secondo matrimonio e la vita newyorkese.

L’idea del Messico le era stata fornita dal poeta britannico Edward James, suo cugino e mecenate del surrealismo, che lì aveva stabilito la sua residenza e l’aveva iniziata alla sua spiritualità segreta.

Avendo assimilato diverse culture europee e americane, attraverso identità multiple che riflettevano le varie fasi della sua vita, riconobbe i cicli precolombiani di creazione, distruzione e risurrezione che riecheggiavano gli eventi catastrofici della sua vita, aggravati dal contesto distruttivo e ricostruttivo delle due guerre mondiali.

L’apertura del Messico alimentò le sue aspettative personali di un futuro ricco di ispirazione artistica senza limiti in un mondo veramente nuovo, di cui immortalare il fermento di ideali sociali, politici e spirituali.

Il lavoro di Bridget Bate Tichenor possedeva una forte componente spirituale, che rifletteva antiche religioni occulte, magia, alchimia e mitologia mesoamericana in uno stile pittorico di derivazione rinascimentale.

La vita in Messico significò un viaggio esistenziale attraverso l’arte e il misticismo, ispirati dal suo credo in spiriti ancestrali, e finalizzati alla realizzazione di sé. Dipingendo sola in luoghi isolati, riusciva a togliersi la maschera pubblica cui le convenzioni la costringevano in famiglia e nella società, per trovare la propria nascosta identità umana e spirituale, che veniva poi nuovamente celata attraverso maschere e personaggi nei suoi dipinti, in rappresentazione del suo credo e delle sue sacre verità.

Nel 1958 fu una delle artiste del First Salon of Women’s Art, presso le Galerías Excelsior. Nello stesso anno acquistò il ranch Contembo, dove si ritirò a dipingere, fino al 1978.

Per un periodo, all’inizio degli anni ’80 ha vissuto a Roma, per poi finire i suoi anni in Messico.

Nel 1985 è stata soggetto e protagonista di un documentario sulla sua vita intitolato Rara Avis, espressione latina che indica un uccello raro ed unico, il cigno nero. 

Si è spenta a Città del Messico, il 20 ottobre 1990.

Le sue opere, dopo la sua morte, sono diventate parte di importanti collezioni private e pubbliche negli Stati Uniti, in Messico e in Europa, fra cui quelle delle famiglie Churchill e Rockefeller.

Molti tra i volti e i corpi delle creature magiche nei suoi dipinti erano basati sulle fattezze degli amici, dei domestici locali e degli animali di cui possedeva un notevole assortimento.

Luce, colori e paesaggi dei suoi dipinti erano ispirati dalla terra vulcanica che circondava la sua casa in cima alla montagna, dal turchese degli stagni e della cascata nella sua proprietà, dal rosso delle montagne ricoperte di pini che vedeva dalle finestre del suo studio e che all’orizzonte sembravano riversarsi nell’oceano Pacifico.

Nel 2008 i suoi quadri vennero esposti presso il museo d’arte contemporanea di Monterrey insieme a quelli di altre artiste messicane fra cui Frida Kahlo. La mostra era intitolata Storie di donne: artiste del ventesimo secolo in Messico.

Nel 2010, il suo protetto, Zachary Selig, ne ha scritto la storia nel libro The First Biography of the Life of Bridget Bate Tichenor presentata in occasione della retrospettiva organizzata presso il Museo di Città del Messico nel 2012.

 

#unadonnalgiorno

 

 

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