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Hanan Ashrawi

Hanan Ashrawi

L’unità nazionale palestinese è fondamentale. Ora però la priorità assoluta è la fine dei massacri israeliani a Gaza, dei bombardamenti e delle distruzioni e cibo per la nostra gente. Il cambiamento deve avvenire prima di tutto nell’atteggiamento dei paesi occidentali e in Israele dove un governo fascista tiene prigioniero il mondo intero.

Hanan Ashrawi, politica, accademica e attivista, è stata la portavoce ufficiale della delegazione palestinese al processo di pace in Medio Oriente a Washington.

Il suo ruolo, ai tempi, aveva rappresentato una novità che ha conquistato l’attenzione internazionale in quanto donna, cristiana e autonoma al punto da non aver esitato ad andare contro il suo stesso schieramento quando non ne ha condiviso la direzione presa.

È stata la prima donna eletta nel Comitato esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), Ministra dell’istruzione superiore e della ricerca e ha fatto parte del Consiglio legislativo palestinese in rappresentanza di Gerusalemme.

Ha fondato la Commissione indipendente per i diritti umani nel 1994.

Fa parte dei comitati consultivi di numerose organizzazioni internazionali e ha ricevuto undici dottorati honoris causa da università negli Stati Uniti, in Canada, in Europa e nel mondo arabo.

Annoverata tra le 50 donne più importanti del ventesimo secolo, è stata decorata con la Legion d’Onore Francese e ha ricevuto un’infinità di premi internazionali per il suo impegno nella tutela dei diritti delle donne e la sua leadership politica in favore della pace.

È autrice di diversi libri, articoli, poesie e racconti su politica, cultura e letteratura palestinese. Il suo This Side of Peace, in italiano Hanan Ashrawi. La mia lotta per la pace. Autobiografia di una donna scomoda, ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo.

Nata col nome di Hanan Dāwūd Khalīl Ashrāwī a Nablus l’8 ottobre 1946 in una famiglia palestinese cristiana di confessione anglicana che ha vissuto nella città di Tiberiade fino alla formazione dello stato di Israele nel 1948, anno in cui sono fuggiti ad Amman, in Giordania. Nel 1950 si sono stabiliti a Ramallah dove ha frequentato la Ramallah Friends Girls School, una scuola quacchera per ragazze.

Il suo impegno sociale ha seguito le orme del padre, attivista ripetutamente imprigionato per le sue attività con l’Arab Nationalist Socialist Party e l’OLP, che ha sempre esortato a un ruolo più importante per le donne nella società.

Si è laureata in letteratura inglese all’Università Americana di Beirut. Dichiarata assente da Israele nel 1967, durante la Guerra dei Sei Giorni, per sei anni, fino al 1973 non ha potuto ricongiungersi con la famiglia in Cisgiordania.

Ha completato un dottorato di ricerca in letteratura medievale e comparata presso l’Università della Virginia.

In quel periodo è stata la portavoce dell’Unione generale degli studenti palestinesi in Libano e contribuito a organizzare gruppi rivoluzionari femminili. Ha fatto da guida per i giornalisti stranieri in visita ai campi profughi palestinesi.

Ha fondato e diretto il Dipartimento di inglese presso la Birzeit University di cui è stata preside della Facoltà di Lettere e ha creato il Birzeit University Legal Aid Committee e l’Human Rights Action Project.

Nel 1988, durante la Prima Intifada, si è unita all’Intifada Political Committee, prestando servizio nel suo comitato diplomatico fino al 1993. È stata la portavoce ufficiale della delegazione palestinese al processo di pace in Medio Oriente e fatto parte del comitato esecutivo.

Dal 1993 al 1995, con la firma degli Accordi di Oslo da parte di Yasser Arafat e Yitzhak Rabin, con l’istituzione dell’autogoverno palestinese, ha guidato il Comitato preparatorio della Commissione indipendente palestinese per i diritti dei cittadini a Gerusalemme.

Nel 1996 è stata nominata Ministra dell’Istruzione Superiore e della Ricerca dell’Autorità Nazionale Palestinese, ma dopo due anni si è dimessa dall’incarico per protestare contro la corruzione politica, in particolare contro la gestione dei colloqui di pace da parte di Arafat.

Nello stesso anno ha fondato MIFTAH — Iniziativa Palestinese per la Promozione del Dialogo Globale e della Democrazia, che lavora per il rispetto dei diritti umani palestinesi, della democrazia e della pace. 

Alle elezioni del 2006, è stata rieletta al Consiglio legislativo palestinese nella lista la Terza Via, partito che rappresenta una piccola minoranza che prova a mediare fra i due principali partiti del Parlamento Palestinese: Ḥamās e al-Fatḥ.

Storica esponente di punta della società civile nei Territori occupati, Hanan Ashrawi non ha smesso un giorno di invocare la fine dell’offensiva israeliana a Gaza e la realizzazione dei diritti negati del suo popolo.

Come dice la sua autobiografia, Hanan Ashrawi è una donna scomoda, per la sua coerenza, per la sua determinazione, per la sua indipendenza intellettuale. Si è sempre battuta per attribuire poteri alle donne e assicurarne la partecipazione su basi paritarie in tutti i campi della vita politica, economica e sociale.

Le donne sanno perfettamente di poter essere sacrificate per prime ai fini dell’opportunità politica e per questa ragione hanno sentito, l’imperativo e l’urgenza di esigere il proprio spazio. Mentre insistevamo per la nomina di donne all’interno dell’Autorità, ho ricevuto crescenti pressioni perché ‘tenessi una moneta in bocca’.

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