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Fatma Aliye Topuz

Fatma Aliye Topuz

Non importa quanto una donna cerchi di dare ai propri figli una buona educazione e non importa quanto bene svolga il ruolo di insegnante di scuola elementare, un padre che non è un buon esempio per i propri figli esercita una forte influenza sulla loro educazione generale e sul loro comportamento e sulle loro azioni future. L’educazione ricevuta in famiglia è così efficace che la scuola e gli studi non possono cancellarla facilmente. Il comportamento del marito nei confronti della moglie sarà d’esempio per il figlio che un giorno diventerà lui stesso marito.

Fatma Aliye Topuz è ritenuta la prima scrittrice turca e del mondo islamico.

Romanziera e saggista, traduttrice e giornalista, è stata attivista per i diritti delle donne schierata contro la poligamia.

Meglio conosciuta come Fatma Aliye Hanim, è stata una delle prime scrittrici a tradurre da una lingua occidentale durante l’Impero ottomano e ottenere il consenso della stampa.

Prima donna a entrare nella Società della Mezzaluna Rossa, nel 1897 ha fondato la Società per il sostegno delle donne ottomane.

Nata a Istanbul il 9 ottobre 1862, era la seconda figlia di Adviye Rabia Hanım e del celebre storico Ahmet Cevdet Pasha che per il suo ruolo di governatore provinciale, ha spostato la famiglia in Egitto, Grecia e Siria.

Educata a casa, come d’abitudine ai tempi, si era distinta nella scrittura e conoscenza delle lingue araba e francese.

Sebbene fosse stata data in sposa, a diciassette anni, a un militare che aveva provato a impedirle di leggere romanzi in lingua straniera, la sua passione per la letteratura ha avuto la meglio sulle imposizioni del marito.

Il suo esordio letterario, datato 1889, è stato Meram, la traduzione dal francese al turco di Volonté romanzo di Georges Ohnet, pubblicato sotto lo pseudonimo Bir Kadin (Una donna).

Successivamente ha firmato le sue traduzioni con lo pseudonimo Mütercime-i Meram (La traduttrice di Meram).

Nel 1892 ha dato alle stampe, con il suo vero nome, il romanzo Muhadarat (Lezioni), il primo scritto da una donna nell’impero ottomano, poi ristampato nel 1908, in cui tentava di smentire la credenza che una donna non può dimenticare il suo primo amore.

Nel 1894 ha pubblicato, insieme ad Ahmet Mithat Efendi, il romanzo Hayal ve Hakikat (Sogno e verità), il loro lungo scambio epistolare venne poi pubblicato sul quotidiano Tercüman-ı Hakikat.

In un’epoca in cui alle donne veniva preclusa la partecipazione alla vita pubblica e culturale, ha scritto delle dinamiche dei matrimoni e le sue figure femminili sono eroine moderne e emancipate che provvedono da sole al proprio mantenimento.

Il saggio Nisvan-ı İslâm (La donna islamica) del 1896, ebbe una grande eco mediatica a Parigi in seguito a una recensione di Émile Julliard e venne tradotta in francese con il titolo Les femmes musulmanes dall’orientalista e linguista russa Olga Lebedeva, fondatrice della Società di Studi Orientali di San Pietroburgo.

Il suo secondo romanzo, pubblicato nel 1899, dal titolo Udi (La liutista), racconta la storia del matrimonio infelice di una suonatrice di oud che aveva conosciuto ad Aleppo.

La consacrazione al grande pubblico è avvenuta nel 1893 con l’inclusione delle sue opere nel catalogo della biblioteca femminile all’Esposizione Mondiale di Chicago.

Come sua sorella Emine Semiye Önasya, è stata pioniera del movimento di emancipazione femminile e si è contraddistinta per il forte impegno in tutela dei diritti delle donne musulmane e delle famiglie dei soldati caduti nella guerra greco-turca del 1897.

Per le sue attività umanitarie è stata insignita con diversi premi, è stata la prima donna a far parte della Croce Rossa turca e militato nel Comitato delle donne ottomane per la difesa nazionale.

Fra il 1895 e il 1908 ha collaborato alla rivista femminile Hanimlara Mahsus Gazete portando voci e istanze delle donne.

Importante il suo contributo come critica letteraria, vasta eco ebbe, nel 1896, la sua recensione apparsa su una rivista francese in cui ha criticato l’opera di Émile Julliard Femmes d’orient e femmes européennes.

Dopo la morte del marito, nel 1928, ha preso il cognome Topuz per la legge che imponeva alla cittadinanza turca l’adozione di un cognome.

Dopo una lunga malattia, si è spenta a Istanbul il 13 luglio 1936 ed è stata sepolta al cimitero di Feriköy.

Le sono state intitolate strade e biblioteche e, dal 2009 la sua immagine è raffigurata sul retro della banconota da 50 lire turche, decisione contrastata dai conservatori che non accettavano le sue posizioni sui diritti delle donne nel contesto della shari’a.

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