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Zitkala-Sa la più famosa attivista nativa americana

Zitkala-Sa la più famosa attivista nativa americana

Zitkala-Sa è stata un’attivista, insegnante, giornalista, editrice nativa americana.

Nacque con il nome di Gertrude Bonnin il 2 febbraio 1876 nella Riserva Indiana di Yankton, in South Dakota. La madre era una nativa, il padre, un “bianco” che abbandonò la famiglia molto presto, tanto che il suo nome neppure si conosce.

La bambina crebbe per otto anni in povertà, circondata, però, dall’affetto della cultura materna.
Nel 1884, arrivano dei missionari a reclutare “bambini indigenti, bianchi, di colore e indiani” per condurli nella White’s Manual Labor Institut, una scuola Quacchera.
Lì, la piccola Gertrude imparò a leggere, scrivere e suonare il violino, pur soffrendo terribilmente le forzature degli insegnanti volte a cancellare le sue origini native, a “civilizzarla”.
Fu negli anni dell’adolescenza che decise di assumere il nome di Zitkala-Sa, che significa uccellino rosso.
Nel giugno 1895, quando si diplomò, tenne un discorso sulla disuguaglianza dei diritti delle donne, che ricevette elogi dal giornale locale. Si iscrisse, poi, all’Earlham College di Richmond nell’Indiana, con una borsa di studio. L’istruzione superiore per le donne era piuttosto limitata all’epoca, per una nativa americana era anche peggio. Inizialmente si sentì isolata e incerta tra coetanei, prevalentemente bianchi, ma presto dimostrò i suoi talenti oratori con un discorso intitolato “Side by Side”.

In questo periodo, iniziò anche a raccogliere le storie tradizionali delle tribù native da leggere ai bambini, traducendole prima in latino e poi in inglese. Un tentativo, il suo, di preservare le tradizioni orali e le storie dei nativi americani e ottenere rispetto e riconoscimento dalla cultura dominante europea-americana.

Fu una cantastorie che raccolse le leggende del suo popolo e narrò con delicatezza e senza misteri anche i propri personali travagli nella ricerca di un’identità possibile e non snaturata.

Come attivista, fece parte della Society of American Indians, che lottava per una parità e un’integrazione che non fossero appiattimento e spersonalizzazione. Si scontrò spesso contro il Bureau of Indians Affairs, dove inizialmente fu impiegata. Affrontò questioni controverse, come quella dell’acquisizione della cittadinanza americana per i Nativi, che arrivò solo nel 1924, e combatté perché questi potessero mantenere le loro radici culturali, nelle piccole come nelle grandi cose, specialmente durante i duri anni dell’educazione nelle scuole missionarie.

Fu co-fondatrice del Consiglio Nazionale degli Indiani d’America nel 1926, istituito per fare pressione per il diritto dei cittadini nativi alla cittadinanza degli Stati Uniti e per altri diritti civili a lungo negati. Ne è stata presidente, addetta alla raccolta fondi e relatrice fino alla sua morte, avvenuta nel 1938.
I suoi libri sono stati i primi a portare storie tradizionali dei nativi americani a un pubblico diffuso di lingua bianca inglese. Viene considerata una delle più influenti attiviste dei nativi americani del XX secolo.

La sua valutazione critica del sistema scolastico americano e la constatazione dello sradicamento delle radici indiane erano in netto contrasto con gli scritti più idealistici della maggior parte dei suoi contemporanei.

Il suo lavoro autobiografico la rende la prima donna indiana americana a scrivere la propria storia senza l’aiuto di un editore, un interprete o un etnografo.

Nel 1902, conobbe e sposò il capitano Raymond Talefase Bonnin, la coppia ha vissuto e lavorato nello Utah per quattordici anni. Durante questo periodo, la donna partorì il suo unico figlio, Raymond Ohiya Bonnin. 

In questo periodo, Zitkala-Sa incontrò il compositore americano William F. Hanson. Insieme scrissero The Sun Dance Opera, la donna si occupò del libretto e delle canzoni. L’opera parlava del rituale sacro Sioux, che il governo federale aveva proibito. Venne rappresentata per la prima volta nello Utah, nel 1913. Fu il primo spettacolo a avere una co-autrice nativa americana, ruolo che, però, quando nel 1938, lo spettacolo fu rappresentato a Broadway, non le venne riconosciuto.
Ha curato la rivista American Indian Magazine

È stata anche attiva, negli anni ’20, nel movimento per i diritti delle donne, fece parte della Federazione generale dei club femminili, nel 1921. 

Ha creato l’Indian Welfare Committee, nel 1924. Contribuì a avviare un’indagine governativa sullo sfruttamento dei nativi americani in Oklahoma e sui tentativi di frodarli sui diritti di trivellazione e canoni di leasing per le loro terre ricche di petrolio. 

Contribuì a far ottenere l’Indian Reorganization Act al Congresso, nel 1934, sotto il governo Franklin D. Roosevelt. Talvolta descritta come il “New Deal Indiano”, la legge incoraggiava le tribù a ripristinare e adottare l’autogoverno, seguendo un modello di governo rappresentativo eletto. Restituì la gestione delle loro terre ai nativi americani.

Zitkala-Sa ha lavorato per tutta la sua vita  per i diritti civili e un migliore accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione per i nativi americani. 

Morì il 26 gennaio 1938, a Washington, all’età di sessantuno anni. Venne sepolta sotto il nome di Gertrude Simmons Bonnin nel cimitero nazionale di Arlington.

Dalla fine del XX secolo, l’Università del Nebraska ha ristampato molti dei suoi scritti sulla cultura dei nativi americani. 

Un cratere venusiano è stato chiamato “Bonnin” in suo onore.

Nel 1997, è stata nominata Honorary Month of Women’s History dal National Women’s History Project.

Grazie al suo attivismo, Zitkala-Sa ha apportato cambiamenti cruciali all’istruzione, all’assistenza sanitaria, alla posizione legale dei nativi americani e alla conservazione della cultura indiana.

#unadonnalgiorno

 

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