Luise Rinser scrittrice, attivista, femminista, anticlericale, antifascista e animalista, importante protagonista del dopoguerra tedesco.
Si è schierata apertamente contro il nazismo che l’ha accusata di alto tradimento e incarcerata. Si è battuta contro il riarmo, ha sostenuto la resistenza armata e il diritto all’aborto.
Insignita con diversi premi, il suo romanzo più famoso è Il mio nome è Tobia del 1966.
Nata il 30 aprile 1911, a Pitzling, Landsberg, in Alta Baviera, figlia di ricchi agricoltori, aveva studiato psicologia e pedagogia all’Università di Monaco. I suoi primi scritti sono stati pubblicati sulla rivista Herdfeuer.
Nel 1939 era stata costretta ad abbandonare l’insegnamento per aver rifiutato di aderire al Partito nazista.
È stata sposata col compositore e direttore d’orchestra Horst Günther Schnell, morto sul fronte russo, ha avuto un breve matrimonio con lo scrittore comunista Klaus Herrmann e, nel 1954, si è unita in terze nozze con il compositore Carl Orff, autore dei celebri Carmina Burana, dal quale ha divorziato nel 1960.
Da giornalista ha partecipato al Concilio Ecumenico Vaticano II e viaggiato molto tra Italia, Unione Sovietica, Spagna, India, Indonesia e Corea del Sud.
Ha vissuto per molti anni a Roma e a Rocca di Papa, di cui è diventata cittadina onoraria nel 1986.
Ha preso parte al dibattito politico nella campagna elettorale del 1972 sostenendo la candidatura del cancelliere Willy Brandt. Si è dichiarata contraria al riarmo della Repubblica Federale e ha criticato la sentenza contro Andreas Baader e Gudrun Ensslin, esponenti del gruppo armato di estrema sinistra Rote Armee Fraktion. Ha votato a favore della revoca del divieto di aborto, contenuto nel paragrafo 218 del Codice penale e si è candidata col partito dei Verdi alla presidenza della Repubblica Federale, nel 1984.
Si è spenta a Unterhaching il 17 marzo 2002.