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Luise Rinser

Luise Rinser
Photo by Rainer Binder/ullstein bild via Getty Images

Luise Rinser scrittrice, attivista, femminista, anticlericale, antifascista e animalista, importante protagonista del dopoguerra tedesco.

Si è schierata apertamente contro il nazismo che l’ha accusata di alto tradimento e incarcerata. Si è battuta contro il riarmo, ha sostenuto la resistenza armata e il diritto all’aborto.

Insignita con diversi premi, il suo romanzo più famoso è Il mio nome è Tobia del 1966.

Nata il 30 aprile 1911, a Pitzling, Landsberg, in Alta Baviera, figlia di ricchi agricoltori, aveva studiato psicologia e pedagogia all’Università di Monaco. I suoi primi scritti sono stati pubblicati sulla rivista Herdfeuer.

Nel 1939 era stata costretta ad abbandonare l’insegnamento per aver rifiutato di aderire al Partito nazista.

Ha pubblicato il suo primo libro, Gli anelli di vetro, nel 1941.
Nel 1944 è stata arrestata con l’accusa di disfattismo per aver minato il morale delle truppe tedesche.
Dopo la guerra ha lavorato principalmente come giornalista.
Nel 1950 ha pubblicato Mitte des Lebens, seguito da altri romanzi, diari, saggi e opere politiche. Del 1981 è la prima parte dell’autobiografia Abbracciando il lupo, del 1983 il romanzo Mirjam, del 1991 L’amore di Abelardo e del 1994 la seconda parte dell’autobiografia Saturno sul Sole. In totale sono cinquanta le sue pubblicazioni e oltre cinque milioni i libri venduti.

È stata sposata col compositore e direttore d’orchestra Horst Günther Schnell, morto sul fronte russo, ha avuto un breve matrimonio con lo scrittore comunista Klaus Herrmann e, nel 1954, si è unita in terze nozze con il compositore Carl Orff, autore dei celebri Carmina Burana, dal quale ha divorziato nel 1960.

Da giornalista ha partecipato al Concilio Ecumenico Vaticano II e viaggiato molto tra Italia, Unione Sovietica, Spagna, India, Indonesia e Corea del Sud.

Ha vissuto per molti anni a Roma e a Rocca di Papa, di cui è diventata cittadina onoraria nel 1986.

Ha preso parte al dibattito politico nella campagna elettorale del 1972 sostenendo la candidatura del cancelliere Willy Brandt. Si è dichiarata contraria al riarmo della Repubblica Federale e ha criticato la sentenza contro Andreas Baader e Gudrun Ensslin, esponenti del gruppo armato di estrema sinistra Rote Armee Fraktion. Ha votato a favore della revoca del divieto di aborto, contenuto nel paragrafo 218 del Codice penale e si è candidata col partito dei Verdi alla presidenza della Repubblica Federale, nel 1984.

Si è spenta a Unterhaching il 17 marzo 2002.

Dopo la sua morte è stata istituita la Fondazione Luise Rinser che  sostiene attiviste e attivisti perseguitati per il loro impegno a favore dei diritti umani, della libertà e della democrazia.

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