Gerda Lerner, scrittrice e accademica statunitense di origini austriache, è stata una figura fondamentale nello sviluppo della storia delle donne.
Per prima ha introdotto la materia nelle università e creato un master al Sarah Lawrence College che è ancora un punto di riferimento per gli studi di genere.
Il fondamento della sua ricerca e della sua attività di advocacy è stato fondato sulla viscerale comprensione del funzionamento del potere e il senso di interconnessione tra varie forme di disuguaglianza e oppressione: classe, razza, genere e imperialismo globale.
Una vita rocambolesca che vale la pena di essere narrata nel dettaglio.
Nata a Vienna il 30 aprile 1920, il suo nome di battesimo era Gerda Hedwig Kronstein. La sua era una ricca famiglia ebraica molto anticonformista.
Suo padre, Robert Kronstein, ambizioso ufficiale dell’esercito, aveva sposato la ricca Ilona Neumann, che aveva utilizzato la sua considerevole dote per fondare una fabbrica farmaceutica di successo, prima di dedicarsi all’arte d’avanguardia. Bohémien, sostenitrice della libertà sessuale, del vegetarianismo e dello yoga, era osteggiata dalla suocera e dal marito che mal tollerava il suo spirito libero.
I due presto si erano separati e, mantenendo l’apparenza di un matrimonio, avevano avuto diversi amanti conducendo vite distanti. In questo clima era cresciuta la giovane Gerda, spirito indipendente che era entrata presto in contatto col radicalismo culturale e politico.
Distribuiva giornali e volantini comunisti e faceva da volontaria per il Soccorso Rosso, sistema che forniva aiuti alle famiglie delle persone arrestate e esiliate.
Nell’estate del 1936, desideroso di separarla da amici pericolosi, suo padre l’aveva mandata a vivere presso una famiglia inglese e aveva partecipato a un campo estivo in Galles, dove aveva assorbito il marxismo.
Dopo l’annessione dell’Austria al Terzo Reich, arrivarono le persecuzioni razziali e la sua famiglia andò incontro a crescenti difficoltà. Suo padre era fuggito in Liechtenstein e lei era sempre più coinvolta nella militanza antinazista e per questo arrestata.
Nel 1939 era scappata negli Stati Uniti e aveva sposato Bernard Jensen, il matrimonio era servito per farla entrare nel paese e dopo un anno divorziarono. Mentre svolgeva diversi lavori per mantenersi, scriveva e pubblicava brevi racconti in cui narrava in prima persona gli orrori del nazismo.
Nel 1941 aveva sposato Carl Lerner, regista teatrale e successivamente cineasta, attivista del Partito Comunista con cui ha condiviso lotte e iniziative pubbliche contro il militarismo americano, la discriminazione razziale e il maccartismo da cui erano stati fortemente attaccati.
Col tempo il suo attivismo si è dipanato in altri ambiti, soprattutto in sostegno delle istanze femminili. Ha fatto parte della Parent Teach Association, della National Organization for Women (NOW) prima di diventare leader nazionale del Congress of American Women (CAW), legato alla Women’s International Democratic Federation.
A 38 anni si è iscritta all’università per poi specializzarsi alla Columbia, conseguendo una laurea triennale e un dottorato di ricerca in sei anni.
La sua tesi di laurea, The Grimke Sisters from South Carolina: Rebels against Slavery, pubblicata nel 1967, era incentrata sulla storia delle sorelle Grimke, abolizioniste bianche e prime sostenitrici dei diritti delle donne. Scrivendo di donne bianche che parlavano e si battevano con coraggio ed eloquenza contro la schiavitù, ha discusso le radici razziali dell’economia politica americana, promuovendo il suo obiettivo di organizzare le donne in un’azione innovativa per i tempi.
Da quel momento ha dedicato tutta la sua ricerca e divulgazione alla storia delle donne e delle persone afroamericane.
Il suo lavoro più influente è stato Black Women in White America del 1972, pubblicato in un’epoca in non esisteva ancora nessun approfondimento storico corredato di fonti sulle donne afroamericane.
Nel 1968 ha inaugurato il primo corso di lezioni sulla storia della condizione femminile presso il Sarah Lawrence College di Yonkers scontrandosi con amministratori e docenti.
Nel 1980 ha ottenuto una cattedra all’Università del Wisconsin e, nonostante una forte opposizione, vi ha creato il primo dottorato di ricerca statunitense in storia delle donne.
Ha tenuto numerose conferenze in un’ottica ispiratrice piuttosto che accademica, interpretando questo lavoro come un’attività di organizzazione politica.
Per la perdita dell’adorato marito a causa di una lunga malattia, ha scritto A Death of One’s Own un memoir potente e doloroso che per la prima volta ha introdotto il concetto del rispetto per l’ammalato terminale e per i suoi diritti.
Importanti saggi femministi sono stati The Female Experience (1976), The Majority Finds Its Past (1979), The Creation of Patriarchy (1986) e The Creation of Feminist Consciousness (1993)
Del 2002 è la sua autobiografia Fireweed: A Political Autobiography.
Il suo instancabile attivismo e desiderio di partecipazione attiva, l’ha accompagnata fino alla fine dei suoi giorni, quando, ormai molto anziana e provata nel fisico, è scesa in piazza per diverse cause sociali. È stata presente anche a Occupy Wall Street, nel 2011.
Si è spenta il 2 gennaio 2013, a Madison, aveva 92 anni.
Per il suo lavoro ha vinto numerosi premi, tra cui il più alto riconoscimento austriaco, la Croce d’Onore per la Scienza e l’Arte, nel 1996.